Test psicologici per le toghe Csm e Anm: incostituzionale
Gli aspiranti magistrati dovranno sostenere i test psicoattitudinali. Questa volta agli annunci del governo sono seguiti i fatti e ieri il Cdm ne ha disposto l’istituzione. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in conferenza stampa sfodera quasi un alibi per giustificarli: “La richiesta dei test al governo è stata avanzata dalle commissioni Giustizia di Camera e Senato. Si è detto che il governo tende a prevaricare quindi di fronte a una richiesta del genere è quasi un dovere del governo adeguarsi”. Poi, come al solito, si “rammarica” per le polemiche e attacca i suoi ex colleghi pubblici ministeri: “Il pm è il capo della polizia giudiziaria, che viene sottoposta ai test. Se noi sottoponiamo ai test psicologici chi ubbidisce, vorrei chiedere ai miei ex colleghi se è razionale non sottoporre ai test chi comanda”. E aggiunge: “Non c’è alcuna invasione di campo” perché tutto sarà sottoposto alla “responsabilità del Csm”. Nella prima bozza era previsto anche l’intervento del ministro della Giustizia.
Dunque, tutto sarà nelle mani del Csm, quel Csm che dopo la riforma della separazione delle carriere che sarà approvata “ad aprile o a maggio” sarà sdoppiato e con un numero maggiore di consiglieri laici, di nomina politica. Per spiegare come funzionerà il test, Nordio parla di sé: “Mi sono sottoposto ai test psicologico del Minnesota, che è quello che vorremmo introdurre”. Funzionerà così: a partire dal 2026 gli aspiranti magistrati che hanno superato gli scritti, agli orali saranno sottoposti a un test psicoatticologici tudinale. Dovrà essere il Csm a nominare docenti universitari in materie psicologiche su indicazione del Cun, il Consiglio nazionale dell’università, organo del ministro dell’università. Gli aspiranti magistrati prima dell’orale riceveranno i test scritti individuati dal Csm (basati sul modello di quelli per la polizia). Il test sarà effettuato da uno psicologo-docente universitario ma sarà la commissione esaminatrice a fare la valutazione.
Novità, si potrà tentare il concorso non più 3 volte ma 4. Ecco perché, prosegue polemico Nordio, “parlare di oltraggio (l’anm, ndr) è improprio”. Anzi, secondo il ministro i test “possono essere un aiuto a scoprire problemi psiche possono essere curati”. Rispetto alla bozza originaria ci sono modifiche ma resta il fatto che i test psicologici si faranno e questo, secondo tutti i consiglieri togati del Csm e alcuni laici, che hanno chiesto lunedì una pratica urgente al Comitato di presidenza, viola la Costituzione, secondo la quale per diventare magistrato c’è un concorso pubblico ben preciso, senza test, appunto. Secondo il ministro, invece, la Costituzione è rispettata perché i test si effettuano solo per chi supera gli scritti.
Nei giorni scorsi l’anm ha sostenuto che si tratta di una misura incostituzionale: c’è un eccesso di delega, poiché i test sono stati approvati all’interno di un decreto attuativo della riforma dell’ordinamento giudiziario (quello disposto dall’ex ministra di Giustizia Marta Cartabia) che sull’argomento non delegava nulla. Nordio invece s’è fatto scudo delle commissioni parlamentari che avevano “invitato il governo” a valutare “la possibilità di prevedere l’eventuale introduzione dei test psico attitudinali”.
I test psicoattitudinali per magistrati erano stati pensati da Licio Gelli, il capo della P2, nel suo “Piano Rinascita” e li avrebbe voluti anche Silvio Berlusconi, tesserato P2, che da presidente del Consiglio, però, non riuscì a farli approvare. Ma il governo Meloni sta realizzando tanti sogni di “Mister B.” in tema di giustizia.
L’ESAME DOPO GLI SCRITTI LA VALUTAZIONE PSICHICA