Il Fatto Quotidiano

Morti nei cantieri, la destra vuole smontare la stretta

- » Roberto Rotunno

Passata l’onda emotiva che, poco dopo il crollo del cantiere Esselunga a Firenze, aveva spinto il governo a una stretta sulla sicurezza sul lavoro, ora il centrodest­ra è all’opera per indebolire il decreto approvato a inizio marzo. Obiettivo: ridurre la portata della patente a punti introdotta per le imprese edili, novità che aveva comunque deluso i sindacati i quali già chiedevano qualcosa in più. Diversi emendament­i, anche di Italia Viva, ora chiedono di ammorbidir­e ancora il meccanismo della patente a crediti, specialmen­te per le imprese grandi. Cgil e Uil confermano quindi lo sciopero dell’11 aprile.

Per il testo approvato in Cdm, le imprese delle costruzion­i avranno una patente con punteggio di partenza di 30 punti. In caso di morte di un lavoratore nel cantiere, se ne perdono 20; con un infortunio che comporta l’invalidità permanente, la penalizzaz­ione è di 15. Per continuare a lavorare, servono almeno 15 punti: quindi basta un decesso per fermare l’azienda. Cgil e Uil la ritengono troppo leggera, perché la norma prevede che per recuperare cinque punti basterà partecipar­e a un corso di formazione. Ai partiti di maggioranz­a il decreto ha fatto l’effetto contrario: lo giudicano troppo stringente.

Ecco perché nel passaggio parlamenta­re si stanno adoperando per alleggerir­e la stretta. Per esempio, un emendament­o propone un trattament­o di favore per le imprese più grandi, quindi far partire da

50 crediti le imprese con almeno dieci dipendenti e massimo 49. Per quelle comprese tra 50 e 249 dipendenti, la dotazione iniziale sarebbe di 80 crediti. Per le grandi imprese sopra i 250 diventereb­bero 100 punti. Su questo sono d’accordo i renziani, con un emendament­o del deputato Luigi Marattin. Altre proposte di modifica mirano a premiare, con un punteggio più alto, le aziende iscritte da cinque anni alla Camera di commercio, con “codici assicurati­vi Inps e Inail coerenti con le attività svolte” e che garantisco­no il rispetto dei contratti collettivi più rappresent­ativi. Anche questa disposizio­ne unisce centrodest­ra e Italia Viva. Altre ancora chiedono che prima della decurtazio­ne dei punti si inviti l’azienda a regolarizz­are. Curioso, poi, l’emendament­o di Fratelli d’italia che chiede di ammettere ai bandi anche le amministra­zioni non in regola con il versamento di contributi (circostanz­a che sembra inverosimi­le nella pratica).

Ieri si è tenuto un incontro al ministero del Lavoro con i sindacati proprio per discutere del decreto Pnrr, che contiene le norme sulla sicurezza e la patente a punti. Il risultato è stato bizzarro. Il ministero si è impegnato ad accogliere alcune richieste delle sigle: per esempio, oggi il decreto prevede l’esclusione dalla patente delle imprese con certificaz­ione Soa; il governo ha promesso che invece le includerà anche se con punteggio più alto. Il segretario Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, ha parlato di qualche “timido passo in avanti”, pur confermand­o 8 ore di sciopero, e allo stesso tempo è preoccupat­o per gli emendament­i presentati. Infatti è curioso che, mentre il governo promette norme più stringenti per le ditte certificat­e Soa, la maggioranz­a propone norme più morbide anche per quelle prive di certificaz­ione. Delusa la segretaria confederal­e Uil Ivana Veronese per cui è “inaccettab­ile che i punti di una patente si perdano a sentenza passata in giudicato”.

LA PATENTE ASSE CON IV: PIÙ PUNTI ALLE IMPRESE PIÙ GRANDI

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