Morti nei cantieri, la destra vuole smontare la stretta
Passata l’onda emotiva che, poco dopo il crollo del cantiere Esselunga a Firenze, aveva spinto il governo a una stretta sulla sicurezza sul lavoro, ora il centrodestra è all’opera per indebolire il decreto approvato a inizio marzo. Obiettivo: ridurre la portata della patente a punti introdotta per le imprese edili, novità che aveva comunque deluso i sindacati i quali già chiedevano qualcosa in più. Diversi emendamenti, anche di Italia Viva, ora chiedono di ammorbidire ancora il meccanismo della patente a crediti, specialmente per le imprese grandi. Cgil e Uil confermano quindi lo sciopero dell’11 aprile.
Per il testo approvato in Cdm, le imprese delle costruzioni avranno una patente con punteggio di partenza di 30 punti. In caso di morte di un lavoratore nel cantiere, se ne perdono 20; con un infortunio che comporta l’invalidità permanente, la penalizzazione è di 15. Per continuare a lavorare, servono almeno 15 punti: quindi basta un decesso per fermare l’azienda. Cgil e Uil la ritengono troppo leggera, perché la norma prevede che per recuperare cinque punti basterà partecipare a un corso di formazione. Ai partiti di maggioranza il decreto ha fatto l’effetto contrario: lo giudicano troppo stringente.
Ecco perché nel passaggio parlamentare si stanno adoperando per alleggerire la stretta. Per esempio, un emendamento propone un trattamento di favore per le imprese più grandi, quindi far partire da
50 crediti le imprese con almeno dieci dipendenti e massimo 49. Per quelle comprese tra 50 e 249 dipendenti, la dotazione iniziale sarebbe di 80 crediti. Per le grandi imprese sopra i 250 diventerebbero 100 punti. Su questo sono d’accordo i renziani, con un emendamento del deputato Luigi Marattin. Altre proposte di modifica mirano a premiare, con un punteggio più alto, le aziende iscritte da cinque anni alla Camera di commercio, con “codici assicurativi Inps e Inail coerenti con le attività svolte” e che garantiscono il rispetto dei contratti collettivi più rappresentativi. Anche questa disposizione unisce centrodestra e Italia Viva. Altre ancora chiedono che prima della decurtazione dei punti si inviti l’azienda a regolarizzare. Curioso, poi, l’emendamento di Fratelli d’italia che chiede di ammettere ai bandi anche le amministrazioni non in regola con il versamento di contributi (circostanza che sembra inverosimile nella pratica).
Ieri si è tenuto un incontro al ministero del Lavoro con i sindacati proprio per discutere del decreto Pnrr, che contiene le norme sulla sicurezza e la patente a punti. Il risultato è stato bizzarro. Il ministero si è impegnato ad accogliere alcune richieste delle sigle: per esempio, oggi il decreto prevede l’esclusione dalla patente delle imprese con certificazione Soa; il governo ha promesso che invece le includerà anche se con punteggio più alto. Il segretario Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, ha parlato di qualche “timido passo in avanti”, pur confermando 8 ore di sciopero, e allo stesso tempo è preoccupato per gli emendamenti presentati. Infatti è curioso che, mentre il governo promette norme più stringenti per le ditte certificate Soa, la maggioranza propone norme più morbide anche per quelle prive di certificazione. Delusa la segretaria confederale Uil Ivana Veronese per cui è “inaccettabile che i punti di una patente si perdano a sentenza passata in giudicato”.
LA PATENTE ASSE CON IV: PIÙ PUNTI ALLE IMPRESE PIÙ GRANDI