Il Fatto Quotidiano

Crosetto: “Vendute armi a Kiev per 417 milioni”. Camere ignare

- » Luca De Carolis

SLo scoop dell’espresso Il ministro: “È consentito dalla legge”. I 5 Stelle: “Ma perché non avete coinvolto le Camere?”

ì, l’italia ha venduto armi, e tante, all’ucraina. Lo ha confermato ieri Maurizio Crosetto, alla Camera. Anche se all’inizio del question time ha calato una precisazio­ne con aria vagamente infastidit­a: “La vendita di armamenti è un tema totalmente estraneo alla Difesa e di competenza di un altro ministero, quello degli Affari esteri”. Ma la sostanza è che ieri alla Camera il ministro della Difesa ha ammesso che l’italia nel 2023 ha venduto armamenti a Kiev per un valore di 417 milioni di euro. Così aveva scritto l’espresso il 22 marzo, e Crosetto lo ha confermato, rispondend­o a un’interrogaz­ione del 5Stelle Marco Pellegrini, membro del Copasir. “Vorremmo sapere qual è la base giuridica su cui poggerebbe questa vendita di armi – aveva chiesto Pellegrini – posto che il decreto legge n. 14 del 2022, all’articolo 2-bis, identifica esattament­e le modalità di cessioni di armamenti e di equipaggia­menti militari da parte dell’italia al governo ucraino e non ne prevede di diverse”.

MA IL MINISTRO replica ribaltando il punto: “La fornitura di armi a Kiev, che esercita il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta Onu, non è vietata dalla legge 185 del 1990. Già all’indomani dell’aggression­e russa del febbraio 2022, pertanto, sono state autorizzat­e diverse esportazio­ni da parte di aziende italiane ai sensi della 185”. Tradotto, la vendita era perfettame­nte lecita, perché la legge la vieta verso quei Paesi “in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta Onu”, ossia quello che prevede il diritto di difendersi da un’aggression­e. E la conclamata urgenza della maggioranz­a di rendere più facile vendere armamenti? Crosetto assicura: “Il disegno di legge di modifica della 185, approvato dal Senato in prima lettura il 21 febbraio scorso riflette l’impegno a rendere tale legge più efficace e molto più trasparent­e”.

Un vecchio cavallo di battaglia del cofondator­e di FDI, che già da presidente dell’aiad, la federazion­e delle aziende per l’aerospazio e la difesa, ne aveva sollecitat­o la revisione nelle audizioni in Parlamento. Ma Pellegrini replica battendo altri tasti: “A normativa vigente, non è possibile fare quel tipo di cessione di armi all’ucraina. Questo Parlamento aveva perimetrat­o esattament­e come dovevano essere fatte quelle cessioni di armi al governo ucraino, quindi non è possibile vendere così quelle armi”. Ergo, se per cederle gratis si era passati dalle Camere, perché non si è fatto per la vendita? Finisce così, con Crosetto che si infila il soprabito e parla con qualche collega di partito in Transatlan­tico prima di andarsene. Invece il M5S, che del tema armi ha fatto una bandiera – su cui insisterà, eccome, anche in chiave Europee – continua, ancora con Pellegrini: “Se è consentito vendere armi a un Paese in guerra per autodifesa, perché è stata necessaria una deroga approvata dal Parlamento alla stessa legge per cedere a Kiev armi prese dai magazzini dell’esercito? E poi, chi paga le aziende italiane che producono queste armi? Forse l’europa, tramite l’apposito fondo a cui l’italia contribuis­ce per 250 milioni di euro l’anno?”. Per avere lumi, il 5Stelle tira in ballo Giorgia Meloni: “Chiediamo un’informativ­a urgente alla presidente per fare chiarezza sulla vicenda”. Perché ora il M5S punta a incalzare Palazzo Chigi sul tema. Così nell’assalto di giornata inserisce anche il dossier su Israele, accusando: “Nella sua relazione annuale sull’export di ar

mi, l’esecutivo ha censurato un passaggio, dove si confermava che la consegna di armi italiane a Israele non è stata sospesa dopo lo scoppio della guerra a Gaza”.

IL RIFERIMENT­O

è al testo riportato da l’espresso, in cui si legge, come già scritto dal Fatto, che “non sono stati adottati provvedime­nti di sospension­e o revoca delle esportazio­ni verso Israele autorizzat­e prima del 7 ottobre”. Ma questo passaggio, per il M5S, “è stato espunto dal testo consegnato al Parlamento perché confermava le bugie di Crosetto e del ministro degli Esteri Tajani”. Un altro dito puntato sul tema armi. Il possibile punto debole del governo, da qui a giugno.

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Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, 60 anni, Fratelli d’italia
FOTO LAPRESSE In aula Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, 60 anni, Fratelli d’italia
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