Nordio risponde a Gratteri: “Fare il test a politici? Ci sto”
Èil procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, a dire in maniera schietta quello che i magistrati pensano in cuor loro sui test psicoattitudinali per le future toghe, varati martedì dal governo: “Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della Pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo, incarichi regionali e comunali, per chi si occupa della gestione della cosa pubblica”. Ma non è finita: per Gratteri a questo punto ai politici dovrebbero essere fatti più tipi di test: “A loro farei fare anche il narco test e l’alcol test. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati ma è anche ricattabile”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio gli risponde al Tg1, ma a titolo personale, si intende: “I test psicoattitudinali li ho già fatti, per il resto sono disponibile”.
All’indomani del Consiglio dei ministri che li ha approvati, ieri il presidente dell’anm, Giuseppe Santalucia, è tornato a criticarli, focalizzandosi sui rischi di controllo preventivo, di selezione politica dei magistrati, dato che il test è previsto per le aspiranti toghe che hanno superato la prova scritta: “Non si sa cosa sia. Il test psicoattitudinale è quel test che mira a scoprire se quel determinato soggetto ha alcune abilità cognitive. Nel campo nostro ci sono le prove scritte che rivelano sia la proprietà di linguaggio sia la capacità di ragionamento giuridico. Oppure è un’altra cosa, sono i test di personalità? Se è così mi preoccupa, perché chi decide qual è la personalità più adatta a fare il giudice? Il Csm, che su questo non ha nessuna competenza?”.
IL RIFERIMENTO
è al fatto che sarà il Csm ad avere la responsabilità dell’organizzazione dei test. E sempre a proposito del Csm, vale la pena tornare a ricordare che se la riforma della separazione delle carriere andrà in porto (ieri Nordio alla Camera ha ribadito che presenterà il ddl entro maggio e che, anche se non è in agenda prima o poi smonterà la legge Severino) ci sarà un Csm per i pm e uno per i giudici, ma soprattutto nei ddl già depositati alla Camera si prevede anche l’aumento del numero dei consiglieri laici, di nomina politica. Questo Csm, però, nella sua maggioranza è contrario ai test: lunedì scorso togati di tutte le correnti più i laici Papa, M5S e Romboli, Pd nella richiesta di una pratica urgente in sesta commissione (quella sui pareri ai ddl) hanno scritto che violano l’articolo 106 della Costituzione: si diventa magistrato per concorso pubblico, cioè senza test. Ieri in Consiglio la risposta dei laici del centrodestra: richiesta al comitato di presidenza di apertura di una pratica “per analizzare l’eventuale utilizzo e le modalità attuative dei test psicoattitudinali per l’accesso alla magistratura dei principali Paesi europei ed extraeuropei”. In Europa si fanno in Germania, Austria e Olanda. In Francia sono stati eliminati nel 2017 dopo 8 anni per “pericolosa parvenza di scientificità”. Ancora il presidente dell’anm Santalucia ricorda che c’è già un controllo sull’equilibrio dei magistrati: “La dispensa per infermità anche psichica esiste dal 1946.”
E tocca ancora il vero tasto dolente dei test, il fondato sospetto che la politica metterà le mani sulla scelta di chi deve fare il magistrato: “Se si vuole controllare altro che non sia la patologia psicologica, ma il modo di essere, l’e
spressione di una personalità che non piace, questo è arbitrio”. Le critiche di Santalucia sono su più versanti, osserva anche che “si è impedito un dibattito e un approfondimento su questi test. Il governo li ha inseriti senza dare modo al Csm di esprimersi, ma soprattutto al Parlamento di approfondire il tema”. L’anm potrebbe proclamare, dunque, uno sciopero? Troppo presto per dirlo: “È una legge che entrerà in vigore dal 2026, abbiamo tutto il tempo per convincere che questa legge così non serve a niente”. Si deciderà alla riunione del comitato direttivo centrale del 6 e 7 aprile.