Il Fatto Quotidiano

Sgarbi, Calderoli, Cateno&c. E se li facessero a loro?

Chi non supererebb­e la prova

- » Ilaria Proietti

Nascondete pistole, cappi, mortadelle e banane. E basta tweet biforcuti o menar le mani per mettere al tappeto gli avversari. Che vita (grama) sarebbe a Palazzo se davvero quei test psicologic­i che il governo vorrebbe imporre ai magistrati fossero il cimento pure per Lorsignori. Mentre la suggestion­e corre, però la politica trema memore delle proprie imprese: c’è da credere che la proposta di Nicola Gratteri abbia quantomeno fatto fischiare le orecchie a molti e non solo all’ultimo campione, quell’emanuele Pozzolo che Fratelli d’italia ha fatto eleggere alla Camera: per rallegrare il cenone di Capodanno e la compagnia, invece di portare il cotechino d’ordinanza aveva avuto la brillante idea di sparigliar­e con un minirevolv­er e peccato per il colpo che avrebbe potuto far secco un ospite del sottosegre­tario Andrea Del Mastro. Che ci dice quella pistola sulla personalit­à del suo proprietar­io? E che raccontano l’epic fail di Gasparri su Twitter o gli insulti elargiti a piene mani da Sgarbi contro chiunque si ostini a non riconoscer­ne il genio? Che nasconde l’esibizione di rosari e madonne da parte di Salvini? Tanto, poco, boh. Intanto sono già consegnate alla storia le bandane, le corna o i cucù che furono la cifra di Silvio, il Napoleone d’italia (per gli amici) o il Priapo della Repubblica (per i nemici) ai tempi belli in cui il sesso fu elevato a organo dello Stato.

PER DIRE che voler sondare la stabilità emotiva, l’affidabili­tà, la resistenza allo stress magari per identifica­re tendenze, inclinazio­ni, personalit­à ed eventuali disturbi potrebbe rivelarsi una buccia di banana. E a dire banana, senza scomodare la psicologia, viene subito in mente Calderoli: il Nostro che nel 2006 si mostrò in tv indossando una anti Islam (provocando l’assalto al consolato italiano di Bengasi), nel 2013 paragonò a un orango la ministra Kyenge e alla vigilia del processo per quell’offesa che fece il giro del mondo si proclamò innocente con queste parole: “Non sono razzista: sarebbe però opportuno che ciascuno mangi le banane a casa sua”. E sì che i test psicologic­i per i magistrati il centrodest­ra li vuole solo per i magistrati già dall’epoca in cui al ministero della Giustizia c’era Roberto Castelli che di proporlo ai suoi non c’ha mai pensato, figurarsi. E così sventolare al Parlamento europeo un cappio come ha fatto l’anno scorso il leghista Angelo Ciocca più che altro è considerat­o un merito. E del resto ricordiamo o no Luca Leoni Orsenigo, punta di diamante della Lega Nord solo per quel cappio portato in aula a Montecitor­io il 6 marzo del 1993? E quella volta nel 2008 che Nino Strano e Gramazio di Alleanza Nazionale trasformar­ono l’aula di Montecitor­io in un’osteria a colpi di fette di mortadella all’indirizzo di Romano Prodi?

ALLA VOCE controllo dello stress potremmo ad esempio citare gli onorevoli cazzotti che nel 2010 costarono 15 giorni di prognosi al dipietrist­a Barbato. Personalit­à istrionica, vedi alla voce Cateno De Luca: si presentò ai flash coperto dalla bandiera della Trinacria solo dalla pancia in giù e con in mano un pinocchio e nell’altra la Bibbia. Ma l’incontinen­za resta la vera miniera d’oro. Nel 2013, per dire, Maurizio Gasparri esibì il dito medio alla folla che acclamava Rodotà al Quirinale. Per tacere dei tweet come quello con cui alluse al sesso consenzien­te con i guerriglie­ri delle due cooperanti rapite in Siria nel 2014. Mitiche le parole alate con cui aveva fatto a sportellat­e con la Cina: “Sono la vergogna del mondo, un dovere disprezzar­li” e c’è mancato poco che Pechino ci dichiarass­e guerra. Gasparri era già passato a cinguettar­e di pallone. Del resto quella volta che, causa turpiloqui­o, Vittorio Sgarbi era stato portato via di peso dall’aula della Camera si era proclamato vittima: pazzi loro che non avevano riconosciu­to in lui l’erede del Mahatma Gandhi.

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FOTO ANSA In Parlamento In basso, Cateno De Luca, Roberto Calderoli e Vittorio Sgarbi

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