Visibilia, Bioera, Ki Group e Biofood: la senatrice lascia debiti per 25 mln
Cara ministra, quanto (ci) costi. Le avventure imprenditoriali dell’onorevole Santanchè nelle numerose società (Visibilia, Bioera, Ki Group, Biofood Italia) delle quali il ministro del Turismo è stata azionista o amministratrice sono sfociate in circa 25 milioni di debiti con banche, Fisco, Inps, fornitori, dipendenti. Solo una piccola parte è stata negoziata, ottenendo sconti e abbuoni tra il 30 e il 70%: il resto è pendente e rischia di portare al fallimento alcune aziende.
Visibilia. Del disastrato gruppo editoriale-pubblicitario Santanchè è stata fondatrice e amministratrice sino a fine 2021. Per quanto riguarda Visibilia Srl, società controllata al 95% dalla ministra (che ne è stata amministratrice unica da gennaio 2012 ad agosto 2019), la società il 26 aprile 2023 ha ottenuto dal tribunale di Milano il via libera al concordato chiesto dal liquidatore. Intesa alla quale il 29 agosto ha dato il suo assenso anche l’agenzia delle Entrate che fa capo al ministero delle Finanze, guidato da Giancarlo Giorgetti, collega di governo di Santanchè. L’accordo concede consistenti sconti da parte dei creditori: per le banche Prelios Credit Servicing, che aveva rilevato il credito da Intesa Sanpaolo, accetta
SONO 2,7 MILIONI
i debiti di Ki Group Srl, ora in liquidazione giudiziale, con Invitalia per gli aiuti pubblici ricevuti durante il Covid 1,2 milioni invece dei 4,5 milioni dovuti, con uno sconto di 3,3 pari al 73% del debito. Sul fronte del Fisco, l’accordo con l’ade (alcune cartelle sono state trattate come se la società avesse aderito alla “rottamazione quater”) prevede il pagamento di 1,29 milioni in 10 anni, a fronte di debiti per 1,95 milioni: qui lo “sconto” accordato è di circa 600 mila euro, un terzo del dovuto. Sul gruppo Visibilia
si sono appena concluse indagini (che riguardano anche Santanchè) per l’ipotesi di truffa all’inps da 120 mila euro sull’uso della Cassa integrazione Covid.
Bioera-ki Group. Nel gruppo dell’alimentare biologico, la senatrice di Fratelli d’italia è stata presidente di Bioera (per la quale il 6 maggio il tribunale fallimentare di Milano deciderà sulla richiesta di liquidazione giudiziale avanzata dalla Procura) da settembre 2019 sino a febbraio 2022, quando sono divenute efficaci le dimissioni comunicate a dicembre 2021. Al 31 gennaio scorso la società aveva debiti finanziari per 3,13 milioni, dei quali 1,13 milioni col Fisco e 1,32 milioni di debiti scaduti verso fornitori e professionisti.
Santanchè è stata poi consigliera di Ki Group Srl (per la quale il 9 gennaio il tribunale fallimentare di Milano ha disposto la liquidazione giudiziale, il “vecchio” fallimento) dal settembre 2020 dimissioni a maggio 2021. Santanchè in passato è stata anche presidente di Ki Group Spa, che poi ha ceduto l’attività all’omonima srl. Secondo i bilanci nel biennio 2020-21, il gruppo ha ottenuto dall’inps aiuti per cassa Covid per circa 560 mila euro sui quali sono aperte verifiche. A novembre 2022, poche settimane dopo il giuramento del governo Meloni, i legali di Ki Group hanno incontrato i vertici della società pubblica Invitalia ai quali l’azienda deve 2,7 milioni di aiuti per un credito ottenuto durante la pandemia. Poi ci sono altri creditori: alle banche (Intesa Sanpaolo, Bpm, Mps e Banco Desio), secondo il bilancio del 2021, l’ultimo depositato, l’azienda deve 2,59 milioni, poi 3,68 milioni ai fornitori, 489 mila euro al Fisco, 121 mila all’inps e 475 mila a Generalfinance: ora andranno tutti nel fallimento. In totale il gruppo aveva oltre 13 milioni di debiti.
Biofood Italia. L’azienda, della quale la ministra Santanchè è stata amministratrice unica da gennaio 2015 a ottobre 2019, ha oltre 6,4 milioni di debiti. Di questi oltre 5 verso le banche, poco meno di 800 mila con il Fisco e 42 mila con l’inps. Nel 2011 Biofood Italia si era caricata oltre 5 milioni di debiti di Bioera con il Monte dei Paschi di Siena, con rateizzazione e prima scadenza nel 2019. Ma non ha pagato. I debiti deteriorati verso Mps sono acquisiti da Amco, controllata del ministero dell’economia, che non è riuscita a incassarli e ha portato Biofood al Tribunale fallimentare, salvo poi ritirare in extremis l’istanza citando “negoziazioni in corso”. Ma nelle scorse settimane in quella vicenda si è inserita la Procura di Milano, che come per altre aziende della coppia Santanchè-canio Mazzaro ha chiesto la liquidazione giudiziale.
LA PROCURA LA RICHIESTA DEI PM DI MILANO: “FALLIMENTO”