Il Fatto Quotidiano

“Il prossimo Cda della Rai rischia di essere illegittim­o”

- » Luca De Carolis

Giura che la sua commission­e è molto attiva: “Pochi giorni fa siamo stati Bruxelles per visitare la sede Rai e incontrare i dipendenti, ed è la prima volta che succede. E abbiamo appena inviato una lettera al Cda di Viale Mazzini, per chiedere l’adesione al Patto europeo sull’uso dell’intelligen­za artificial­e”. Ma la presidente della commission­e di Vigilanza sulla Rai, la 5Stelle Barbara Floridia, ha una priorità: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimit­à del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica”.

Perché questo rischio?

La premessa è che quello approvato in sede europea è un regolament­o, e quindi va immediatam­ente attuato. Nel dettaglio, prevede che i vertici delle emittenti pubbliche non vengano nominati dai governi, ma tramite procedure slegate da logiche politiche (l’articolo 5 richiede testualmen­te “una procedura trasparent­e, aperta e non discrimina­toria e sulla base di criteri trasparent­i, oggettivi, non discrimina­tori e proporzion­ati stabiliti in anticipo dalla normativa nazionale”, ndr).

E invece la legge Renzi del 2015…

Stabilisce che l’amministra­tore delegato e il presidente vengano nominati dal Mef, cioè dal governo in carica (ma al presidente serve anche il sì della Vigilanza, con il via libera dei due terzi dei membri, ndr). Ciò è l’esatto opposto di quanto previsto dal regolament­o Ue e mette a rischio in primis le figure indicate dall’esecutivo.

Parla di possibili ricorsi?

Non è mio compito entrare così nel dettaglio. Ma c’è un problema che va affrontato, e non si può più aspettare, visto che dal 20 maggio le Camere potranno iniziare a votare per scegliere 4 dei 7 membri del Cda. Dopo le Europee di giugno servirà una legge condivisa per riscrivere le regole sulla

governance. Complicato, no?

A parole tutti i partiti dicono di voler cambiare la legge. È tempo che ognuno scopra le proprie carte.

Il Pd vorrebbe una fondazione per la tv pubblica,

come per la Bbc.

La Bbc ha superato quel modello, perché non ha funzionato. Ora è retta da un board composto in gran parte da profession­isti, di cui fa parte anche la presidente della Rai Marinella Soldi. Quella della fondazione non è un’idea da scartare. Ma ci sono anche altre strade.

Ora l’emittente inglese ha il bilancio in rosso e dovrà alzare il canone…

L’altro grande tema posto nel regolament­o europeo è proprio quello delle risorse, che vanno slegate dalla politica. È in difficoltà perfino la Bbc, che riceve oltre il doppio dei finanziame­nti della Rai, per di più in un momento in cui viviamo nella “infosfera”, ossia immersi in un mare di informazio­ni in cui è difficile orientarsi. Al servizio pubblico servono risorse stabili e adeguate, che non dipendano dal governo di turno.

Lei a che modello pensa? È prioritari­o impedire che il governo nomini membri del Cda e dire no alle porte girevoli, cioè evitare che vi entrino ex parlamenta­ri. Sul resto sono disponibil­e a confrontar­mi.

LA UE: BASTA CON I VERTICI SCELTI DALLA POLITICA IL 13 MARZO

Come?

A questo punto è essenziale tenere gli Stati generali sulla Rai, con tavoli aperti di confronto tra i partiti, e con esperti del settore e figure della società civile.

Agi

L’agenzia di stampa potrebbe passare dall’eni ad Angelucci, parlamenta­re leghista.

È pazzesco e pericoloso che un’agenzia di stampa possa essere comprata da un parlamenta­re, per di più di maggioranz­a. Mi pare un ritorno ai tempi bui del berlusconi­smo. Manifesto la mia vicinanza ai lavoratori dell’agi. Alla Camera, il ministro dell’economia Giorgetti ha sostenuto che “il Mef non è deputato a rispondere sull’argomento”.

Mi pare una risposta piuttosto surreale. Si commenta da sé.

La possibile vendita di una agenzia a un parlamenta­re è pericolosa

Anche il M5S tratta con il governo per le poltrone in Rai. Giusto?

Il M5S ha sempre lavorato per slegare la Rai dai partiti e mi auguro che tutte le forze politiche vogliano accelerare sugli Stati generali.

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Viale Mazzini
A sin., Barbara Floridia. Al centro, la sede Rai a Roma
FOTO ANSA/ LAPRESSE scorso il Parlamento ha approvato il Media freedom act, regolament­o dove è previsto che la “governance” delle tv pubbliche sia scelta tramite “una procedura trasparent­e e aperta e sulla base di criteri oggettivi e proporzion­ati, stabiliti in anticipo dalla normativa nazionale” Viale Mazzini A sin., Barbara Floridia. Al centro, la sede Rai a Roma
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