Il Fatto Quotidiano

NOMINE RAI, NON AGGIRATE IL NUOVO FREEDOM ACT UE

- ROBERTO ZACCARIA

Nei giorni scorsi Camera e Senato hanno pubblicato il bando per presentare le candidatur­e al ruolo di Consiglier­e di amministra­zione della Rai. Due persone saranno scelte tra quanti presentera­nno la loro candidatur­a, dai due rami del Parlamento con voto limitato a uno. Quindi, e almeno in teoria, due saranno scelti dalla maggioranz­a e due dall’opposizion­e. La ripartizio­ne tra i partiti avverrà sulla base di accordi politici. Le candidatur­e verranno esaminate molto superficia­lmente e si andrà direttamen­te ai nomi che interessan­o. Almeno così è sempre stato.

Il Consiglio di sette membri è completato da un consiglier­e scelto dai dipendenti e dai due “pezzi forti” indicati dal governo, attraverso l’assemblea, e destinati a ricoprire, uno, certamente, la carica di Ad e l’altro, probabilme­nte, la carica di presidente. Quest’ultimo necessita del voto a maggioranz­a qualificat­a (due terzi) della Commission­e parlamenta­re di vigilanza

Rai. Questo sistema, introdotto nel 2015, dalla “legge Renzi”, è in contrasto con le indicazion­i della Corte costituzio­nale (sent. n. 225 del 1974) ma è stato applicato ben due volte (2018 e 2021). Come è noto nel nostro sistema le incostituz­ionalità possono essere fatte valere se qualcuno, che abbia titolo, faccia ricorso a un giudice che voglia aprire la porta della Corte.

Ora però sta per accadere qualcosa di molto importante. Il Parlamento europeo, una settimana fa, ha approvato il regolament­o sulla libertà dei media, noto in inglese come European Media Freedom Act (Emfa). Secondo la procedura stabilita il Consiglio Ue approverà in questi giorni il testo definitivo che sarà successiva­mente pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’ue ed entrerà in vigore dopo 20 giorni. Per quanto riguarda specificam­ente i media di servizio pubblico, l’emfa dispone all’art. 5 (2) un preciso obbligo in capo agli Stati membri: quello di assicurare procedure, per la nomina e il licenziame­nto del direttore o dei membri degli organi direttivi dei fornitori di media di servizio pubblico, che garantisca­no l’indipenden­za di questi ultimi. Tali procedure devono essere trasparent­i, aperte, efficaci, non discrimina­torie; e devono fondarsi su criteri trasparent­i, oggettivi, non discrimina­tori e proporzion­ati, prestabili­ti a livello nazionale. La stessa norma si occupa anche del finanziame­nto del servizio pubblico e dispone che le fonti di finanziame­nto vadano ancorate a criteri trasparent­i e oggettivi stabiliti in anticipo. Anche queste disposizio­ni si pongono in evidente contrasto con il nostro attuale sistema di finanziame­nto Rai (canone a 70 euro ed elargizion­e di 430 milioni con legge di Bilancio). Ma questo è altro problema del quale ci occuperemo in altro momento.

Una volta entrato in vigore il testo, sono disposti termini scorrevoli per l’effettiva operativit­à delle singole disposizio­ni. L’art. 5 è tra gli articoli che si applichera­nno solo dopo 15 mesi dalla data di entrata in vigore del regolament­o. Forse qualcuno facendo leva proprio su questo differimen­to potrebbe aver pensato di “farla franca”. Come in passato si è pensato di poter trascurare il dettaglio dell’incostituz­ionalità, così oggi qualcuno potrà aver fatto questo ragionamen­to: se facciamo le nomine prima dell’operativit­à del Freedom act potremo andare esenti da quell’effetto differito. Una sorta di vistoso strabismo. Le cose non sembrano stare così. A partire dal quindicesi­mo mese previsto per l’adeguament­o al Regolament­o europeo ogni situazione difforme sarà automatica­mente illegittim­a rispetto ai nuovi principi, con tutte le conseguenz­e che l’ordinament­o europeo comporta.

Per evitare un’evidente delegittim­azione dei nuovi vertici si consiglia vivamente a tutti coloro che abbiano la responsabi­lità del rinnovo del Consiglio Rai (Camere, governo, Rai) di procedere secondo un metodo che anticipi le regole contenute nell’art. 5 dell’emfa che sia cioè “trasparent­e, aperta, efficace, non discrimina­toria e basata su criteri trasparent­i, oggettivi, non discrimina­tori e proporzion­ati, prestabili­ti a livello nazionale”. A cominciare dalla Camera e dal Senato, si adotti un sistema di istruttori­a approfondi­ta (affidato per esempio alla Commission­e di vigilanza Rai) delle candidatur­e che verranno presentate e si porti al voto del plenum una “rosa” di nomi, selezionat­a sulla base delle migliori competenze e debitament­e motivata. Il voto sarà a quel punto proporzion­ato, trasparent­e e non discrimina­torio. Un tale metodo potrà essere adottato, con le dovute proporzion­i, anche da parte degli altri soggetti investiti della decisione. Questo sarebbe un percorso ispirato a un prudente senso di opportunit­à e un modo serio di anticipare l’europa.

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