Il Fatto Quotidiano

MINNESOTA TEST, NORDIO A METÀ FRA ALBERTO SORDI E LICIO GELLI

- DANIELA RANIERI

Il ministro Nordio che, per giustifica­re l’introduzio­ne di test psicoattit­udinali per diventare magistrati, si vanta di aver superato ai suoi tempi il “test psicologic­o del Minnesota” è un notevole colpo di coda della gloriosa commedia all’italiana. L’albertosor­dismo rischia però di celare l’aporia principale: il fatto che Nordio l’abbia passato non ha instillato alcun dubbio nei membri del Consiglio dei ministri sulla precisione dello strumento appena approvato.

Il Minnesota test, a cui oggi viene sottoposto chi vuole entrare nelle forze armate e in polizia (gente che deve maneggiare armi, esplosivi, etc.) prevede 567 domande a risposta multipla e si fonda su scale, come la Scala L, che indica la tendenza alla menzogna e la Scala K, che indica il livello di psicopatol­ogia, e può rilevare sintomi clinici come depression­e, ansia, rabbia, etc. Secondo Nordio “può aiutare a scoprire problemi psicologic­i che possono essere curati” (abbiamo il ministro demiurgo e funzionari­o di salute pubblica), “disturbi latenti... certe piccole manie che possono vulnerare il tuo lavoro”. Infatti si potrà tentare il concorso 4 volte, così se un aspirante magistrato viene respinto in quanto psicopatic­o può riprovare finché non guarisce, o eventualme­nte entrare in istituto psichiatri­co. Uno che viene bocciato perché tende a mentire, può nel frattempo imparare i trucchetti per sembrare una persona perfettame­nte sincera e passare il concorso l’anno dopo. Così, regnante Meloni (che si dice devota a Borsellino), si seleziona la Magistratu­ra perfetta.

Posto che non si capisce come una persona ansiosa o depressa non possa diventare un ottimo magistrato, il test non ha evidenteme­nte rivelato le manie del ministro (e sì che già l’abbinament­o dei colori di giacca-camicia-cravatta di Nordio doveva far venire ai ministri il sospetto di aver votato un abominio): nel 2003, da magistrato brillantem­ente abilitato dal Minnesota test, Nordio cenava da “Fortunato al Pantheon” con Previti, un corruttore di giudici (condannato un mese dopo), perché “è simpatico e brillante e non è un mio imputato”. Una risposta che forse avrebbe fatto impennare la Scala L (menzogna), se non pure la K (psicopatol­ogia). Sempre da pm, Nordio dimenticò nel cassetto un fascicolo su presunte (e inesistent­i) tangenti a D’alema e Occhetto invece di trasmetter­lo a Roma: quando la cosa venne fuori, il reato era prescritto e i due politici fecero causa allo Stato, vincendo. Chissà se nel test c’è una scala in grado di rilevare il grado di sbadataggi­ne dei magistrati. Fuori dal tunnel della Magistratu­ra, Nordio ministro ha manifestat­o la sua principale ossessione: punire i magistrati e rendergli la vita impossibil­e, per esempio limitando le intercetta­zioni perché “i veri mafiosi non parlano al telefono” (dopo questa dichiarazi­one sono stati arrestati svariati mafiosi che parlavano al telefono tra cui Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni) e abolendo il reato di abuso d’ufficio perché “le condanne sono rare” (se fossero state molte, lui e tutta la destra compreso Renzi avrebbero detto che è da abolire perché non è un deterrente).

L’ultimo smacco, che viene dalla P2 di Licio Gelli passando per Berlusconi (che i magistrati li diagnostic­ò “mentalment­e disturbati” senza Minnesota test, per dire quanto era avanti) rivela la logica sottesa a ogni atto o parola di Nordio: una pletora di magistrati psicolabil­i indagano politici irreprensi­bili rovinando loro la vita, “cioè l’onore, che non è secondario alla salute fisica”, a causa di “piccole manie” (la mania di condannare politici e colletti bianchi). Non è chiaro chi compilerà i Minnesota test, se sarà indetta una gara pubblica tra psichiatri, se ci saranno domande politiche la cui risposta può precludere una carriera in magistratu­ra. Chi non lo passa, però, non si abbatta: può avere la cittadinan­za onoraria del Kansas City (o diventare ministro della Giustizia).

IL PIANO L’OSSESSIONE DEL MINISTRO: GIUDICI PSICOLABIL­I CHE INDAGANO POVERI POLITICI

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