Il Fatto Quotidiano

Terra dei fuochi, restituiti 200 mln a tre condannati

- VINCENZO IURILLO

Ifratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini furono condannati in via definitiva a sette anni per uno dei peggiori disastri ambientali della Terra dei Fuochi, tra Acerra e dintorni. Nei loro stabilimen­ti fu stoccato un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi e non, smaltiti illecitame­nte nei Regi lagni, occultati nelle campagne tra Napoli e Caserta, intombati nelle cave. Eppure i Pellini potranno riavere indietro il loro patrimonio di oltre 200 milioni di euro perché il provvedime­nto che ne disponeva la confisca – in quanto frutto dei profitti dei loro crimini – è stato emesso fuori tempo massimo.

Lo ha deciso ieri la Cassazione annullando un decreto di confisca della Corte d’appello di Napoli emesso nel 2023. Motivo? Depositato dopo la scadenza dei termini di 18 mesi. Un ‘cavillo’ sul quale si è scatenata l’indignazio­ne, con quelle risorse si potevano bonificare le aree inquinate e ristorare le vittime. Se ne fa interprete don Maurizio Patriciell­o: “È stata scritta un’altra pagina nera per l’italia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Avs Francesco Borrelli, che sul caso ha firmato numerose interrogaz­ioni: “Cosa diremo alle vittime della Terra dei Fuochi”? Legambient­e parla “di un’ulteriore ferita inferta su un territorio devastato”, mentre Alessandro Cannavacci­uolo, attivista dei comitati antiroghi, indica una via d’uscita che passa per un appello al procurator­e di Napoli Nicola Gratteri: “Emetta un nuovo provvedime­nto di sequestro finalizzat­o alla confisca, perché il disastro ambientale è un reato permanente”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy