PSICO-TEST DA GELLI A B. A NORDIO: NON LI AVREI SUPERATI NEANCHE IO
Mi venne incontro il parrocodel duomo, “volevo informarla”, mi disse, “che i carabinieri mi hanno chiesto informazioni su di Lei perché ha fatto domanda per entrare in magistratura”.
Erano gli anni Sessanta, evidentemente si usava così. E se fossi stato acceso comunista, ateo, protestante, ebreo? Quel sacerdote era un uomo onesto, avrebbe detto comunque la verità. Poi il portinaio, immagino, qualche negoziante, il vicinato. Si usava così, ma non era una bella prassi. Probabilmente non pochi furono discriminati per motivi politici e ideologici.
CE NE ERAVAMO
via via liberati. L’ufficio si otteneva per concorso. Se qualcuno avesse dato segni di gravi patologie psichiche durante la carriera si sarebbe intervenuto.
Ma ecco che l’indipendenza dei giudici, tra le più importanti conquiste civili, dà via via fastidio. Ricordo, sì, inchieste disciplinari pretestuose, ambigui ammonimenti. Tuttavia l’assetto istituzionale tutelato dalla Costituzione ha saputo garantire la soggezione soltanto alla legge, dando corpo alla piena dignità dei cittadini. La gran parte dei difetti nel funzionamento della giustizia, soprattutto la sua lentezza, dipendono da omissioni dei governi, ai quali compete provvedere gli strumenti. Ma di fronte alla corruzione, alle mafie, al terrorismo, alle prevaricazioni dei potenti la magistratura ha potuto reggere grazie proprio alla sua indipendenza da ogni altro potere.
Certo nell’ombra i malfattori, i golpisti, gli abusanti del potere non hanno mai amato il primato della legge e l’uguaglianza di fronte a essa. Ecco il piano della loggia P2 contemplare, tra altre macchinazioni, una selezione su base “psicologica” del magistrati; ecco il piduista Berlusconi inseguire analogo risultato, insieme con la separazione delle barriere, premessa della soggezione dei pubblici ministeri al governo di turno, al Nordio del momento.
Apparentemente si tratta di questioni tecniche, poco appassionanti per i molti cittadini distratti o più propensi a seguire le risse, gettate come uno sprezzante mangime al disprezzato popolo.
E siamo al dunque. Collegandosi ai bei precedenti appena citati, i fascistoidi al governo ripropongono e stanno in questi giorni attuando il progetto dei test psicoattitudinali, che si prestano a ogni genere di abuso; predispongono la separazione delle carriere; insinuano sottilmente avversione verso i controlli, come negli appalti o nella giustizia contabile, e principalmente verso coloro che l’autoritarismo meno sopporta, i magistrati.
FATECI CASO:
non si lesina l’elogio di Falcone e Borsellino, però si intacca l’indipendenza che consentì la loro azione. Si ricordano talora i giudici assassinati dal terrorismo, sul quale indagarono in tutte le direzioni, nonostante depistaggi e infedeltà dei servizi segreti proprio perché erano indipendenti; assunti con pubblico concorso senza esami psicologici.
Meno citati coloro che indagarono sulla corruzione, a suo tempo attaccati come “malati di mente” anche per il colore dei calzini.
Ecco dove sta andando il governo della Meloni, la disinvolta caratterista che inganna un Paese rinunciatario.
GLI ATTACCHI L’INDIPENDENZA DEI GIUDICI DÀ FASTIDIO. LA P2 GIÀ INVOCAVA UNA SELEZIONE “PSICOLOGICA”