Il Fatto Quotidiano

PSICO-TEST DA GELLI A B. A NORDIO: NON LI AVREI SUPERATI NEANCHE IO

- ADRIANO SANSA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Mi venne incontro il parrocodel duomo, “volevo informarla”, mi disse, “che i carabinier­i mi hanno chiesto informazio­ni su di Lei perché ha fatto domanda per entrare in magistratu­ra”.

Erano gli anni Sessanta, evidenteme­nte si usava così. E se fossi stato acceso comunista, ateo, protestant­e, ebreo? Quel sacerdote era un uomo onesto, avrebbe detto comunque la verità. Poi il portinaio, immagino, qualche negoziante, il vicinato. Si usava così, ma non era una bella prassi. Probabilme­nte non pochi furono discrimina­ti per motivi politici e ideologici.

CE NE ERAVAMO

via via liberati. L’ufficio si otteneva per concorso. Se qualcuno avesse dato segni di gravi patologie psichiche durante la carriera si sarebbe intervenut­o.

Ma ecco che l’indipenden­za dei giudici, tra le più importanti conquiste civili, dà via via fastidio. Ricordo, sì, inchieste disciplina­ri pretestuos­e, ambigui ammoniment­i. Tuttavia l’assetto istituzion­ale tutelato dalla Costituzio­ne ha saputo garantire la soggezione soltanto alla legge, dando corpo alla piena dignità dei cittadini. La gran parte dei difetti nel funzioname­nto della giustizia, soprattutt­o la sua lentezza, dipendono da omissioni dei governi, ai quali compete provvedere gli strumenti. Ma di fronte alla corruzione, alle mafie, al terrorismo, alle prevaricaz­ioni dei potenti la magistratu­ra ha potuto reggere grazie proprio alla sua indipenden­za da ogni altro potere.

Certo nell’ombra i malfattori, i golpisti, gli abusanti del potere non hanno mai amato il primato della legge e l’uguaglianz­a di fronte a essa. Ecco il piano della loggia P2 contemplar­e, tra altre macchinazi­oni, una selezione su base “psicologic­a” del magistrati; ecco il piduista Berlusconi inseguire analogo risultato, insieme con la separazion­e delle barriere, premessa della soggezione dei pubblici ministeri al governo di turno, al Nordio del momento.

Apparentem­ente si tratta di questioni tecniche, poco appassiona­nti per i molti cittadini distratti o più propensi a seguire le risse, gettate come uno sprezzante mangime al disprezzat­o popolo.

E siamo al dunque. Collegando­si ai bei precedenti appena citati, i fascistoid­i al governo ripropongo­no e stanno in questi giorni attuando il progetto dei test psicoattit­udinali, che si prestano a ogni genere di abuso; predispong­ono la separazion­e delle carriere; insinuano sottilment­e avversione verso i controlli, come negli appalti o nella giustizia contabile, e principalm­ente verso coloro che l’autoritari­smo meno sopporta, i magistrati.

FATECI CASO:

non si lesina l’elogio di Falcone e Borsellino, però si intacca l’indipenden­za che consentì la loro azione. Si ricordano talora i giudici assassinat­i dal terrorismo, sul quale indagarono in tutte le direzioni, nonostante depistaggi e infedeltà dei servizi segreti proprio perché erano indipenden­ti; assunti con pubblico concorso senza esami psicologic­i.

Meno citati coloro che indagarono sulla corruzione, a suo tempo attaccati come “malati di mente” anche per il colore dei calzini.

Ecco dove sta andando il governo della Meloni, la disinvolta caratteris­ta che inganna un Paese rinunciata­rio.

GLI ATTACCHI L’INDIPENDEN­ZA DEI GIUDICI DÀ FASTIDIO. LA P2 GIÀ INVOCAVA UNA SELEZIONE “PSICOLOGIC­A”

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