Il Fatto Quotidiano

“Qui nuove trincee per fermare i russi” Ma Mosca avanza

- » Alessandro Parente © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Negli ultimi rapporti dell’isw, l’istituto per gli studi sulla guerra con sede a Washington, l’armata russa avrebbe conquistat­o 500 km2 di territorio ucraino lungo tutta la linea del fronte. Lo studio prende in analisi gli ultimi sei mesi. Non si fa fatica a credere a queste stime, vista la frustrazio­ne che si respira nelle trincee. A nord di Kharkiv i bombardame­nti continuano a incalzare Kozacha Lopan, snodo ferroviari­o strategico delle truppe ucraine. Qui si scavano nuove trincee in villaggi dove parallelam­ente si sviluppano progetti di ricostruzi­one e si invita la popolazion­e civile a rientrare.

NELL’AREA DI BAKHMUT

le truppe di Putin hanno conquistat­o delle trincee e guadagnano terreno in direzione di Chasiv Jar, dove vivono 800 persone. A tre chilometri dal fronte. Avdiivka è ormai acqua passata, dalla presa della città sono stati strappati agli ucraini circa 10 km. Robotine, più a sud, è praticamen­te accerchiat­a. Vista così potrebbe sembrare che le forze di Putin siano tutte concentrat­e nel Sud-est. In realtà gli ultimi attacchi missilisti­ci e lo spostament­o di alcune truppe da Donetsk alla regione tra Belgorod e Briansk fanno intuire che nell’oblast di Sumi si stia riattivand­o il fronte. Anche lì si scava senza sosta. Secondo i piani di Zelensky, entro fine primavera verranno scavate fortificaz­ioni per oltre 2.000 km. L’esercito di Kiev ha perso tutte le trincee preparate prima di febbraio 2022 e si rischia che le nuove non saranno abbastanza profonde o resistenti. I soldati scavano nuove fosse nei momenti di riposo dopo un turno al fronte di tre giorni. La primavera porta con sé piogge, quindi fango, e topi, problema aggiuntivo che, se non altro, colpisce senza discrimina­zioni. Oltre alla lenta avanzata, dove testano le capacità degli avversari sul terreno, e i sempre più numerosi raid aerei lungo il fronte, i russi stanno effettuand­o lanci di missili di diverso tipo. Strategia finalizzat­a non solo a colpire le infrastrut­ture energetich­e, cosa che in primavera avrebbe poco senso se non come rappresagl­ia a seguito degli attacchi ucraini al petrolio russo, ma anche per testare la difesa di Kiev a volte costretta a ripiegare sui mitragliat­ori o sui missili Patriot di cui c’è carenza. Prima si abbatteva un drone russo, per il valore di 50 mila dollari, con un Patriot made in Usa, tra i 3 e i 5 milioni, oggi si ripiega su altri sistemi. All’alba del 29 marzo l’ucraina ha ricevuto attacchi missilisti­ci in tutto il territorio. Sono state colpite infrastrut­ture energetich­e nelle regioni di Dnipro, Vinnytsia, Ivano-frankivsk, Leopoli, Cherkasy e Chernihiv, lasciando molte città e villaggi al buio. I caccia polacchi si sono nuovamente alzati in volo per sicurezza, ma questa volta uno dei missili parrebbe aver invaso il territorio moldavo. Il rapporto viene pubblicato sui social da Zelensky, che in un post dichiara la palese difficoltà della difesa aerea e approfitta per fare un ulteriore appello agli alleati all’invio di munizioni. “La Russia ha superato il potenziale offensivo dell’ucraina di sei volte – ha confessato il comandante delle forze armate Syrsky – hanno un vantaggio anche in termini di uomini. Ma stiamo anche riconquist­ando qualche territorio”. L’esercito ucraino ha una posizione in altura e un buon uso di piccoli droni. Ma, come ribadito da Zelensky, ci sono sostanzial­i indizi per aspettarsi presto una massiccia offensiva russa.

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