Il Fatto Quotidiano

Sanità in Abruzzo “Mia figlia malata grave e senza sostegno dal pubblico”

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aquilana, con una bambina di due anni affetta da una malattia genetica rara, dopo svariati mesi ho deciso di lanciare un appello alla nostra amministra­zione e a chi si occupa della sanità aquilana: ho deciso di combattere per i diritti di mia figlia! Lei, come tanti altri bambini e bambine della mia città, ha bisogno di terapie costanti e sinergiche tra loro: fisioterap­ia, terapia della neuropsico­motricità, logopedia, terapia occupazion­ale, ecc. dovrebbe essere seguita da un’equipe che faccia lavoro di squadra per ottenere risultati; tutto ciò dovrebbe essere garantito dalla mia sanità, come lo è in tante città italiane, ma, in realtà, qui a L’aquila NON È COSÌ!

Sono costretta ad andare a Roma, a Firenze, o in generale in strutture private, per far fare a mia figlia di due anni le terapie più adatte, perché qui non c’è personale, né tantomeno strutture adatte per tutti; siamo in lista d’attesa, come tanti altri, ma se aspettassi di essere chiamata perderei solo tempo, tempo prezioso che nessuno ridarà a mia figlia… non ci dimentichi­amo che non tutti possono andare fuori, o pagare strutture, quindi tutto questo va a discapito di tutti i bambini che hanno una reale e tempestiva necessità di fare terapia. Devo dire: doppiament­e sfortunati per avere, non solo una malattia difficile, rara, ma anche per vivere a L’aquila! È arrivato il momento di AGIRE e di fare qualcosa… se questi bambini fossero i vostri figli come vi sentireste, sapendo di non fare abbastanza? Di non riuscire ad avere qualcosa che è un vostro diritto? Vi sentireste tremendame­nte in colpa, pur non avendo

nessuna colpa… allora in colpa sentitevi VOI e fate qualche cosa!!! ogni genitore farebbe i salti mortali per i propri figli, ma purtroppo in queste situazioni c’è bisogno di assistenza, che in questa città purtroppo NON C’È! Le competenze profession­ali in verità ci sarebbero, se solo fossero messe in grado di operare, e operare insieme! Esistono anche tanti bravi terapisti in attesa di occupazion­e… MA: a 15 anni dal terremoto del 6 aprile, le strutture dove possono operare sono poche e scollegate tra loro, appollaiat­e su casette o bungalow di legno, una di qua, una nella parte opposta! I nostri bimbi spostati come pacchi postali, vittime ancora di più per un lavoro scollegato e senza sinergia! Non esiste un centro UNICO, dove le competenze dialoghino insieme sulle terapie da proporre a ogni singolo bambino! Solo vivendo certe realtà ci si rende conto di quanto abbiamo bisogno dell’aiuto del prossimo. Il loro prossimo siete VOI.

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Reparto Pediatria in ospedale pubblico

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