E ora il condono sui contributi agricoli
Certo, il deputato Aldo Mattia di Fratelli d’italia, già “direttore regionale di Coldiretti” come recita anche la sua pagina sul sito di Montecitorio, avrà pensato che condono più, condono meno, il suo non farà comunque questa gran differenza. C’è del genio, però, nell’aver attaccato il suo emendamento-sanatoria sui contributi non versati da parte delle aziende agricole all’articolo 30 dell’ultimo decreto Pnrr, denominato “Misure per il rafforzamento dell’attività di accertamento e di contrasto delle violazioni in ambito contributivo”.
IL TESTO, registrato nel bollettino di lunedì 25 marzo, pare sia tra i cosiddetti “segnalati”, nel senso che FDI – il partito di Giorgia Meloni e di Francesco Lollobrigida, il ministro che sovrintende alla sovranità agricola e ai rapporti con Coldiretti – lo ritiene meritevole d’attenzione, discussione e voto: non è uno dei tanti “emendamenti bandiera” piazzati lì per accontentare l’elettorato di riferimento (a occhio diremmo Coldiretti...) ma destinati solo a far sprecare carta.
Di cosa stiamo parlando nel merito? Le imprese agricole sono tenute a effettuare una cosa detta “denuncia aziendale”, che deve contenere tutte le informazioni di base: dall’ubicazione all’estensione, dalle attività principali ed accessorie al numero dei capi di bestiame allevati giù giù fino ai dati completi che riguardano i lavoratori. Queste informazioni, ovviamente, vanno tenute aggiornate, perché è sulla loro base che l’inps calcola i contributi da versare. Altrettanto ovviamente chi non presenta la denuncia aziendale o presenta dati falsi incorre in sanzioni, oltre al pagamento di quanto non versato.
E qui torniamo all’articolo 30 del dl Pnrr, che si occupa delle “denunce” di tutti i settori produttivi e che, per rendere più “scorrevole” il recupero del maltolto, riduce le sanzioni per chi si autodenuncia e paga celermente: a regime, dal 2025, il governo stima che Inail e Inps incasseranno 50,4 milioni in meno grazie a questo decreto.
È in questo punto del testo che ha appeso il suo emendamento il deputato Aldo Mattia, studi da ragioniere, tutta una carriera in Coldiretti culminata nella guida dell’associazione in Basilicata e poi glorificata dall’ascensione all’alto scranno parlamentare alle ultime Politiche. Cosa propone il nostro? In sostanza che quelle imprese agricole che non hanno fatto o aggiornato la “denuncia aziendale” possano porre rimedio alla dimenticanza entro il 31 dicembre “senza l’applicazione delle sanzioni per il ritardo e senza recupero degli importi degli eventuali contributi previdenziali dovuti anche relativamente alle annualità antecedenti”. Chi ha avuto ha avuto, chi non ha dato non darà manco dopo: così senza neanche una distinzione tra una grossa azienda agricola e una piccola ditta individuale, condono tombale per tutti, a maggior gloria della sovranità alimentare.
Si dice “condono tombale” perché la proposta sui contributi agricoli non solo elimina le sanzioni (anziché ridurle), ma elimina pure il pagamento di quanto evaso/eluso negli anni precedenti. Vale forse la pena di ricordare che quei contributi non versati sono le future pensioni dei lavoratori agricoli, il loro “salario differito”, o le somme con cui viene finanziata l’indennità di disoccupazione agricola in un mestiere che è in larga parte stagionale. Messa così non sembra questa grande idea.