Il Fatto Quotidiano

Mezzo milione di fondi a Mediaset, imbarazzo Ue

Ecco la lista di chi in Italia ha ricevuto soldi comunitari in vista delle elezioni europee. Con la tv dei B. abbiamo esportato il conflitto d’interessi

- Ivo Caizzi

La “partnershi­p” del gruppo Gedi degli Agnelli/elkann, proprietar­i di Repubblica e Stampa, con Europarlam­ento e Commission­e europea – cioè tra giornali controllor­i e potenti controllat­i – è apparsa emblematic­a nella massa di fondi Ue elargiti dalle due istituzion­i comunitari­e ai media per la campagna elettorale per le Europee in giugno. Il Fatto l’ha rivelata insieme a vari europagame­nti a vantaggio di altri ricchi editori, come Urbano Cairo/rcs con il Corriere della Sera,la

Confindust­ria con il

Sole 24 Ore,

la proprietà delle agenzie di stampa Ansa (numerosi editori italiani) e Agi (gruppo Eni). Ma a sollevare tensioni nei vertici della Camera Ue e della Commission­e sembra soprattutt­o l’aver evidenziat­o i pagamenti a Mediaset/rti della famiglia Berlusconi, che durante la campagna elettorale rischiano di trasferire in Europa i potenziali conflitti d’interessi ereditati dal capostipit­e ed ex premier di Forza Italia, in genere più difficili da smorzare a Bruxelles rispetto alla condiscend­enza dei partiti italiani a Roma.

COME PER TUTTI GLI ALTRI

finanziame­nti Ue ai media finora indicati, Il Fatto ha ricevuto conferma dall’europarlam­ento di almeno tre assegnazio­ni via bando a Mediaset/rti da 172.897, 94.812 e 174.600 euro. La Commission­e ha aggiunto una collaboraz­ione senza specificar­e l’importo. Quale sarà l’impatto sulla campagna elettorale di questi finanziame­nti alle reti berlusconi­ane, si vedrà. Un problema è però già che Forza Italia fa parte dell’europartit­o Ppe, il più influente a Bruxelles, che esprime le presidenti dell’europarlam­ento e della Commission­e, la maltese Roberta Metsola e la tedesca Ursula von der Leyen, massime rappresent­anti dei pagatori di fondi Ue ai media. Favorevole a questi finanziame­nti sarebbe soprattutt­o il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, il berlusconi­ano ed ex giornalist­a Antonio Tajani, che da presidente dell’europarlam­ento e vicepresid­ente della Commission­e e del Ppe era accreditat­o di notevole competenza sui fondi destinati ai media. Nel suo partito avrebbe acquisito consideraz­ione sul tema scalzando lo storico braccio destro del premier di Arcore, Gianni Letta, che scivolò sull’aver accettato – quando dirigeva il quotidiano Tempo – un miliardo e mezzo delle vecchie lire provenient­i dai “fondi neri” della conglomera­ta pubblica Iri.

La Rai, prudenteme­nte, non ha voluto far rischiare ai suoi Tg richieste di fondi comunitari per le elezioni di giugno. L’UE ha comunque inserito la tv di Stato nel suo libro-paga per i media, avendole attribuito fondi di stimolo al voto per l’iniziativa delle “matite colorate” al Festival di Sanremo. Commission­e e Europarlam­ento hanno indicato fondi anche per la tv Sky. Cairo, avendo già fatto il pieno con Rcs/corriere, non avrebbe avuto altro per la sua La7. L’UE ha però segnalato di aver finanziato il sito Open, fondato da Enrico

Mentana, direttore del Tg La7. A Bruxelles un compito ingrato per cronisti di agenzie di stampa è il mettere in rete veline diffuse da euroburocr­ati o portavoce di notabili Ue con l’imposizion­e di attribuirl­e a misteriose “fonti Ue”. In compenso i loro editori benefician­o di fondi europei anche ingenti: 250

GLI EDITORI ASPETTANO ORA GLI SPOT PER IL VOTO...

mila, 100 mila e 194.769 euro l’ansa, 100 mila euro l’agi. Per le elezioni somme non precisate vanno anche alle agenzie Adnkronos, Askanews e Vista.

Tra le testate online Citynews, che indica tra i proprietar­i l’ottantenne Francesco Micheli, scalatore/speculator­e finanziari­o dagli anni 80, ha ottenuto 140 mila + 193.573 euro. Sono stati assegnati 87.873 e 175.684 euro a Ciaopeople/fanpage e 131.402 euro a

Be content/chora media di Mario Calabresi, ex direttore di Repubblica, che probabilme­nte avrà imparato nel quotidiano di largo Fochetti come accedere ai fondi Ue.

ESISTONO ANCHE ALTRI CANALI

per pagamenti comunitari a testate di editori ricchi, dove tra i soliti Mediaset, Ansa o La Stampa, spunta con il suo Libero, Antonio Angelucci, ras delle cliniche private e parlamenta­re di vari partiti di destra. Il resto della lunga lista sembra includere principalm­ente media marginali, forse davvero bisognosi di aiuti per sopravvive­re e garantire il pluralismo. La crisi del settore ha portato ben 35 media italiani a offrirsi di collaborar­e a pagamento durante la campagna elettorale con Europarlam­ento e Commission­e, che stanno “valutando altre partnershi­p e studiando come finanziare a più ampio spettro possibile la promozione dei messaggi – banner, spot, pubblicità – su media, sempre per supportare l’informazio­ne (sulle loro attività, ndr) e la partecipaz­ione alle prossime elezioni di giugno”. Molti editori sono ansiosi di vendere spazi pubblicita­ri.

A Bruxelles ora dovrebbero fare più attenzione con le testate sospettate di garantire in modo sommerso “buona stampa” ai principali inserzioni­sti. Intendono riaffermar­e che il principio per beneficiar­e delle provvidenz­e comunitari­e è democratic­o, incoraggia­nte e preciso. Alcuni euroburocr­ati addetti ai lavori lo spiegano grosso modo così: tutti i media – grandi e piccoli – possono ambire ai fondi Ue, “se dimostrano di meritarlo”...

 ?? FOTO ANSA ?? Giornali, siti & C. A Bruxelles non badano a spese. Il capo di Mediaset Piersilvio Berlusconi
FOTO ANSA Giornali, siti & C. A Bruxelles non badano a spese. Il capo di Mediaset Piersilvio Berlusconi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy