“Sindrome dell’avana”: accuse a un’arma targata Mosca (ma gli Usa non ci credono)
Si parla di una possibile svolta nel mistero della “sindrome dell’avana”, una patologia con danni cerebrali che ha colpito più di 100 funzionari della sicurezza Usa di stanza nell’ambasciata a Cuba a partire dal 2016. Nel 2023 un rapporto del governo Usa aveva concluso fosse molto improbabile che ci fosse una potenza ostile dietro sintomi come mal di testa, vertigini, nausea, spossatezza, perdite di memoria e alterazioni sensoriali fra cui deficit all’udito, causati secondo gli esperti da ultrasuoni o fasci di microonde. Nuove rivelazioni puntano alla solita Russia. “Purtroppo non posso entrare nei dettagli che sono classificati, ma posso dire che molto presto ho iniziato a concentrarmi su Mosca”, dichiara al programma di Cbs 60 minutes (che sul caso indaga da cinque anni) Greg Edgreen, un tenente colonnello dell’esercito in pensione che ha coordinato l’indagine del Pentagono sugli “incidenti medici anomali”. E aggiunge che gli Usa avrebbero elevato i requisiti per dimostrare le interferenze russe a livello altissimo per evitare di affrontare verità scomode come il fallimento nel proteggere i propri concittadini. Uno degli elementi sottolineati da Edgreen è il fatto che le vittime hanno tutte lavorato con successo contro interessi russi e quindi sarebbero un obiettivo per Mosca. Edgreen ricorda come un alto funzionario della Difesa Usa sia stato colpito, circostanza confermata da diverse fonti, durante un summit in Lituania a cui aveva partecipato anche il presidente Biden lo scorso anno, dopo l’invasione dell’ucraina. “Questo mi conferma che non ci sono limiti a quello che Mosca può fare, e se non affrontiamo questo problema direttamente la situazione peggiorerà”. Cbs, che ha lavorato con The Insider e il magazine tedesco Spiegel, ha sentito alcune vittime: l’agente del controspionaggio Carrie ha raccontato di essere stata colpita da “una forza paralizzante” mentre era a casa in Florida nel 2021. “Era come se un dentista stesse trapanando nel mio orecchio destro. La batteria del telefono si è gonfiata fino a rompere la custodia e Carrie è svenuta sul divano. Al ritorno al lavoro ha segnalato problemi di memoria e difficoltà nel multitasking. Non ero più la stessa persona”. Christo Gozev di The Insider punta il dito contro l’unità 29155 dell’intelligence russa: un agente avrebbe ricevuto un premio per il lavoro sulle “potenziali capacità delle armi acustiche non letali...”, altri avrebbero operato in aree dove si sono verificati attacchi. Prove, al momento, pochine.