Il Fatto Quotidiano

Iran, Siria e Libano: Bibi attacca ovunque (pur di non cadere)

- » Fabio Scuto

Incurante degli appelli alla moderazion­e della Casa Bianca, alla cautela da parte dell’unione europea, sotto tiro al Consiglio di Sicurezza dell’onu, Benjamin Netanyahu ha rilanciato. E nel poker della guerra è convinto, avendo colpito la sede diplomatic­a iraniana a Damasco, di aver fatto girare la mano a suo favore. Ma la partita è ancora lunga, l’uccisione del generale Mohamed Reza Zahedi e di sette altri ufficiali dell’irgc, apre nuovi preoccupan­ti scenari. I sei missili che hanno colpito il quartiere di Mezzeh hanno polverizza­to l’uomo di collegamen­to fra Teheran e gli Hezbollah, l’armiere delle milizie sciite in azione fra Siria e Iraq. La sua morte è stata l’uccisione più significat­iva di un leader dell’irgc da quando gli Usa hanno assassinat­o il capo della Forza Quds a Baghdad nel 2020. Zahedi, 63 anni, era da tempo sulla lista nera Onu, sotto sanzioni negli Usa e in Australia, nell’ue e in Gran Bretagna. Per il premier Netanyahu, che ha approvato un attacco così delicato, l’eliminazio­ne riuscita di figure chiave dell’esercito iraniano è come un colpo di Stato politico. Ciò avviene in un momento in cui le manifestaz­ioni che chiedono le sue dimissioni sono aumentate di intensità, mentre la guerra contro Hamas si trascina e gli ostaggi israeliani rimangono a Gaza. Come ha scritto Haaretz, “una guerra senza fine è l’unica scappatoia per Netanyahu”.

MAI FINORA lo Stato di Israele è stato così isolato internazio­nalmente, ed è tutto merito del suo leader, un uomo disperato sul viale del tramonto politico. Dal suo ufficio ieri – come d’abitudine – non una parola sul raid che ha colpito Damasco. Ma il premier ha voluto commentare da far suo la strage degli operatori umanitari a Gaza: “Un tragico incidente, di quelli che accadono in guerra”. Non è stato un incidente, è stato un attacco deliberato. I droni hanno colpito per tre volte consecutiv­e il corteo di tre auto con le insegne della Ong World Central Kitchen uccidendo 7 persone perché convinti che a bordo ci fosse un esponente di Hamas di medio livello. L’ennesimo tragico errore del programma di riconoscim­ento facciale “Corsight”, usato dall’idf per identifica­re “i bersagli” a Gaza. Il bombardame­nto su Damasco è una grave escalation di quella che è da tempo una guerra latente e non dichiarata tra Israele e Iran. L’iran promette grandi ritorsioni per voce del suo leader Ali Khamenei, ma né Israele né l’iran vogliono una grande guerra, data la posta in gioco per entrambi. Ma anche così, il pericolo di un errore di calcolo è sempre presente, poiché entrambi cercano di ottenere un vantaggio a Gaza e nel sud del Libano.

I funzionari iraniani uccisi erano seriamente impegnati nell’armare e guidare le forze per procura a Gaza, Libano, Siria, Iraq e Yemen come parte dello sforzo dichiarato dell’iran di destabiliz­zare e persino distrugger­e lo Stato ebraico. Dimostrand­o la sua capacità di infiltrars­i nell’intelligen­ce iraniana, Israele sta cercando di colpire questi “delegati” regionali dell’iran, il cosiddetto Asse di Resistenza, con l’obiettivo di indebolirl­i e scoraggiar­li, anche se la guerra a Gaza

REAZIONI KHAMENEI: “VENDETTA” LA RISPOSTA A SORPRESA

continua. Yaakov Amidror, ex consiglier­e per la sicurezza nazionale israeliano, definisce la morte di Zahedi “un duro colpo alle capacità immediate dell’iran nella regione”. Come e quando l’iran sceglierà di reagire aumenta ulteriorme­nte la posta in gioco. Teheran potrebbe fare scelte azzardate: un grave attacco informatic­o alle infrastrut­ture israeliane o alle sue forze armate, una raffica di razzi dal Libano meridional­e, l’assassinio di un comandante Idf, un attacco a un’ambasciata israeliana all’estero o un’altra brusca accelerazi­one del programma nucleare. L’ultima sarebbe una sorta di risposta a Bibi, che da tempo mette in guardia sul pericolo di un Iran dotato di armi nucleari e ha promesso di impedire che ciò accada. Oppure Teheran può prendere tempo, come spiega Amidror, che dubita che l’attacco possa portare a una guerra totale che coinvolga Hezbollah. “Cercherann­o vendetta certo, e non si limiterà alle immediate vicinanze”.

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