“Temo nuove guerre tra mafie, il Comune però ha gli anticorpi”
Nella Bari sotto assedio, i clan sono tornati a sparare e uccidere. “Ma non c’è alcun collegamento con la richiesta di scioglimento del Comune, cioè con l’operazione politico-elettorale delle destre” giura Vito Leccese. Capo di gabinetto in Comune con Michele Emiliano prima e con Antonio Decaro poi, già parlamentare per i Verdi, Leccese è il candidato del Pd, dei Verdi e di alcune liste civiche nelle primarie di domenica. “Dopo molte resistenze ho scelto di presentarmi da civico per fare sintesi nel centrosinistra: ero convinto che i 5Stelle non potessero che appoggiare un antesignano dell’ecologismo in politica come me, e invece hanno scelto di andare alla conta, forse per una questione di rapporti con il Pd” punge.
Partiamo dall’omicidio del nipote del boss Capriati. Le mafie rialzano la testa per sfruttare il caos mediatico e politico?
Le ragioni di quanto accaduto andranno chiarite dagli inquirenti. Io sono preoccupato, perché il rischio è di una risposta del clan Capriati, quindi di una guerra tra mafie. Bisogna assolutamente evitarla, e bene ha fatto Decaro a richiedere la convocazione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Lei non vede un legame con il via libera del Viminale alla commissione d’accesso. Ma la tentazione di far saltare il banco per le mafie può esserci...
Posso assicurare che in questi anni l’amministrazione comunale non ha mai subito condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali, di alcun genere. Ciò che emerge dall’inchiesta è limitato all’azienda di trasporto locale. L’operazione Codice interno ha portato a oltre 150 arresti e al sequestro di beni per oltre 30 milioni, decapitando il clan Parisi. Ma è emerso come le istituzioni abbiano sempre tenuto. Gli anticorpi hanno funzionato. Però l’inchiesta ha toccato anche la politica. Sono stati disposti gli arresti domiciliari per una consigliera comunale eletta con la destra. Quella consigliera era passata con la maggioranza. Troppo trasformismo a sinistra?
Ho detto dal primo momento che i trasformisti vanno presi a calci nel sedere. Certe dinamiche nelle zone grigie vanno estirpate.
Nel comizio di pochi giorni fa, Emiliano ha raccontato di aver accompagnato Decaro a Bari Vecchia dalla sorella del boss Capriati, la zia dell’uomo ucciso a Bari due notti fa. Cosa ha pensato ascoltando quelle parole?
Che Emiliano aveva fatto ricorso a un’iperbole, come spesso fa. È una sua abitudine retorica. Dopodiché l’ultima cosa che si può dire di lui è che sia colluso con la mafia. Michele ha sempre combattuto i clan, prima da magistrato e poi da sindaco.
Le destre useranno l’omicidio per invocare di nuovo lo scioglimento del Comune?
Il sospetto di una strumentalizzazione di certe vicende a fini politici è venuto a me, come a molti cittadini. L’impressione è che il centrodestra, tuttora privo di un candidato, speri di vincere a tavolino. Ma quella piazza che lei ha ricordato ha dimostrato come la pensino i cittadini. Chi vincerà le primarie, diventerà il prossimo sindaco. Lei porta un messaggio di continuità. Più complicato di questi tempi rispetto al parlare di rinnovamento, no?
Parlare di rinnovamento è un po’ ruffiano, se ci si riferisce al centrosinistra. Grazie alle amministrazioni con cui ho lavorato in questi 20 anni, Bari non è più Scippolandia e non è più controllata militarmente dai clan. Prima teatri e aziende venivano dati alle fiamme. Bari è stata trasformata.
Nulla da cambiare?
Io rappresento la continuità, ma abbinata all’innovazione. Ci sono da gestire gli investimenti di quasi un miliardo derivati dal Pnrr. E bisogna lavorare al piano urbanistico, con una visione ecologista, quindi limitando il consumo di suolo. Perché non ha accettato le primarie con i votanti pre-registrati, come chiedeva il suo competitore Laforgia? Non sarebbe servito un segnale?
Abbiamo perso due mesi per discutere delle regole, e ora dall’altra parte mi hanno chiesto di aumentare il numero dei seggi (sorride, ndr). Detto questo, se il timore è quello di un condizionamento del voto, le patologie della democrazia si combattono aumentando la partecipazione, non limitandola.
‘‘ Nessun legame con la richiesta di scioglimento, ma sospetto che la destra voglia vincere a tavolino