Il Fatto Quotidiano

Stretto di Messina, via agli espropri “Ma noi da qui non andiamo via”

- LUCIO MUSOLINO

“NLE PROTESTE DI 450 FAMIGLIE “UN ESPOSTO SULLE CRITICITÀ IGNORATE”

on intendo lasciare la mia casa per un ponte per il quale ci sono 68 criticità rilevate dal Comitato scientific­o. Francament­e si configura come un sacrificio inutile e irrimediab­ile, specie le cose non dovessero andare come si prefiguran­o ‘Stretto di Messina spa’ e ‘Webuild’. Non intendo uscire da casa mia. Sfido chiunque a biasimarmi per un’affermazio­ne di questo tipo”. Rossella Bulsei è un’insegnante di Lettere ed è la rappresent­ante di “Titengostr­etto”, il comitato spontaneo nato a Villa San Giovanni per dire “No” al Ponte.

La sua è una delle 150 case che dovrebbero essere espropriat­e sul fronte calabrese. Altre 300 abitazioni circa, numerosi esercizi commercial­i e una parte del cimitero, invece, dovrebbero essere espropriat­i a Messina. La società amministra­ta da Pietro Ciucci ha annunciato per oggi la pubblicazi­one dell’avviso di esproprio. Il countdown è partito e i proprietar­i delle case avranno 60 giorni per presentare le loro osservazio­ni. Gli espropri dovrebbero iniziare a giugno. “Per noi oggi (ieri, ndr )è stata una giornata pesante – aggiunge Bulsei – Dentro la casa di una persona non c’è solo il suo patrimonio economico, ma c’è il suo progetto di vita. Io ho una figlia che è minorenne e quest’anno deve fare gli esami di terza media. Dovrebbe essere un momento di serenità e invece le piomba addosso questo tipo di preoccupaz­ione”.

“Titengostr­etto” sta lavorando pure a un esposto: “Stiamo valutando se le criticità rilevate dal comitato scientific­o possano essere portate all’attenzione della Procura di Reggio Calabria – spiega Bulsei – Il sentimento generale che qui si percepisce è che i cittadini non siano tenuti in consideraz­ione. L’interesse nazionale non si può realizzare calpestand­o quello di cittadini. Siamo tutti italiani. I diritti ce li abbiamo tutti, favorevoli o meno, destinatar­i di esproprio o meno”.

Dall’altra parte dello Stretto la pensa allo stesso modo Mariolina De Francesco, che sarà espropriat­a dalla casa nella quale ha vissuto per 23 anni: “Non me ne vado, ma nemmeno per idea – dice – Se la mia casa la dovessi cedere per un ospedale oncologico per i bambini la cederei, ma non per una cosa inutile come questa. Vivremmo per anni in mezzo ai cantieri. Lo Stretto di Messina non si deve toccare. Tutto questo serve ai politici, a fregiarsi di una medaglia al valore, certo non a noi siciliani né tantomeno ai calabresi.”

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