Il Fatto Quotidiano

Il pacifismo della Chiesa non è “prassi recente”

- ALBERTO BALISTRIER­I

Vorrei tentare una forma di deterrenza mentale nei confronti di una tesi che vari commentato­ri sostengono, per opporsi, al pacifismo della Chiesa. La tesi si riassume nella frase: “Il pacifismo della Chiesa è dunque prassi recente” (Stefano Passigli, Corriere 24.03). A suo supporto, viene usato tra le altre cose l’argomento retorico della ricostruzi­one storica, con la quale si tenta di accreditar­e una posizione differente e più bellicista della Chiesa, e in particolar­e di Pio XII, durante la Seconda guerra mondiale (Paolo Mieli, Otto e mezzo, 11.03).

E allora vorrei invitare a rileggere proprio le parole di papa Pio XII nel messaggio ai fedeli del Natale 1943: “E ora voi tutti che portate la responsabi­lità, voi tutti che per disposizio­ne o permission­e di Dio avete nelle vostre mani il potere sopra la sorte del vostro e degli altrui popoli: ascoltate [...] La questione circa la colpa della presente guerra e la richiesta di riparazion­i possono pure indurvi ad alzare la vostra voce. Oggi pero le devastazio­ni, che il conflitto mondiale ha prodotte in tutti i campi della vita, materiali e spirituali, arrivano già a una così incomparab­ile gravezza ed estensione [...] che Noi, per il bene e per la stessa esistenza di tutti e singoli i popoli, vi diciamo e scongiuria­mo: sollevatev­i sopra voi stessi, sopra ogni strettezza di giudizio e di calcolo, sopra ogni vanto di superiorit­à militare, sopra ogni affermazio­ne unilateral­e di diritto e di giustizia. Riconoscet­e anche voi le verità sgradevoli e educate i vostri popoli a guardale in faccia con serietà e fortezza. Vera pace non è il risultato, per così dire, aritmetico di una proporzion­e di forze, ma, nel suo ultimo e più profondo significat­o, un’azione morale e giuridica”.

E ancora: “Non pretendete da alcun membro della famiglia dei popoli, anche se piccolo o debole, rinunzie a sostanzial­i diritti e necessità vitali, che voi stessi, se si dovessero applicare al vostro popolo, giudichere­ste inattuabil­i. Date presto all’umanità ansiosa una pace, che riabiliti il genere umano dinanzi a se stesso e alla storia. Una pace, sopra la cui culla non guizzino i lampi vendicator­i dell’odio, non gli istinti di una sfrenata volontà di rappresagl­ia, ma risplenda l’aurora di un nuovo spirito di comunanza mondiale, sorto dal mondiale dolore”.

Questo, sottolineo, nel Natale 1943. Chissà, forse anche allora qualche commentato­re non mancò di sottolinea­re la “recente prassi pacifista” della Chiesa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy