CORTELLESI È LA REGINA AI DAVID
Il film della regista fa record di candidature: 19 Bene anche “Io capitano”
David di Donatello, conduce C’è ancora domani di Paola Cortellesi, con diciannove candidature – record per un’opera prima – tra cui il David dello Spettatore quale film più visto, davanti a Io capitano di Matteo Garrone (15) e La Chimera di Alice Rohrwacher (13). La sessantanovesima edizione dei Premi si perfezionerà il 3 maggio, sin d’ora gli elementi di interesse non mancano. Nel bene e nel male.
CINQUINE (E SCHIAFFI). Per film e regia concorrono parimenti Garrone, Rohrwacher, Nanni Moretti – si rifà dopo l’unica nomination a Tre piani, ma quale attore seguitano a snobbarlo–con Il sol dell’avvenire e Marco Bellocchio con Rapito: nella prima cinquina si aggiunge Cortellesi, nella seconda Andrea Di Stefano con L’ultima notte di Amore. Senza nulla togliere a quest’ultimo,
‘‘ Cortellesi in quanto esordiente non poteva essere annoverata. Ancor più iniqua l’esclusione degli interpreti di Io capitano, tra cui la rivelazione Seydou Sarr premiato a Venezia, perché parlano in wolof laddove “partecipano al Premio attori e attrici che nella versione originale abbiano recitato o si siano doppiati in italiano”. Urge cambiare il regolamento dei David. C’È ANCORA DOMANI? Quattro Rai Cinema/01distribution e uno Vision Distribution protagonisti e no, se ne aggiunge nella cinquina miglior film, il de facto una quinta: esordio produttore della Cortellesi alla regia. A parte Giacomo Abbruzzese Mario Gianani ha già vinto con Disco Boy, ecco l’anno scorso con Le otto Cortellesi, Micaela Ramazzotti montagne: nomen omen, C’è con Felicità, Michele Riondino ancora domani? con Palazzina LAF e Beppe Fiorello con Stranizza d’amuri. Per par condicio, l’anno prossimo Bellocchio miglior attore protagonista.
DICESI REGISTA L’INTERPRETE CHE SI DIRIGE.
Alle tradizionali cinquine per attori e attrici
CHE FESTIVAL CHE FA? Nelle cinquine di film e regia vince Cannes con i tre italiani del concorso 2023, Bellocchio, Moretti e Rohrwacher, mentre Venezia conta su Garrone. Non va meglio alla Mostra con i deb dietro la macchina da presa: nel novero solo Ramazzotti, mentre la Festa di Roma vanta Cortellesi e Riondino.
A CHE SERVE IL DAVID.
Oltre a gratificare lo status e beneficiare l’arredo del premiato, nonché insufflare invidia nel soccombente di turno, il David gonfia il portafogli, alla voce “Contributi automatici” della Legge Cinema Franceschini. Erogati per sviluppo, produzione, distribuzione et alia, i contributi vengono assegnati automaticamente con un sistema a punti alle imprese audiovisive, sulla base di parametri oggettivi che misurino i traguardi artistici, economici, culturali degli anni precedenti. Al netto di ritardi e incagli ministeriali. Se una nomination agli Oscar vale al produttore 100 punti e la fatidica statuetta 200, i David – al pari di Nastri d’argento, EFA, Goya, César… – non sono figli di un dio minore, ma prodighi di punteggio: l’entrata in cinquina quale miglior film provvede 50 punti, la vittoria 100. Per candidatura o premio nelle altre categorie il produttore se ne mette in tasca 25.
E COME OTTENERLO.
Dalla A di Abatantuono alla Z del casting director Davide Zurolo, votano 1710 persone, tra vincitori, candidati e “esponenti di Cultura
e Società”. La presidentessa Piera Detassis ha dato una bella sforbiciata ai giurati dell’accademia del Cinema Italiano, e le truppe cammellate di anni fa sono assai più difficili da movimentare. Oggi la corsa al David, a parte l’ecumenica visione dei titoli in lizza su piattaforma, passa da proiezioni dedicate, con aperitivi più o meno rinforzati, ai membri; email, sms e whatsappini supplici da parte dei candidati; l’esortazione dell’amico dell’amico e l’invito al voto del cugino dell’attrezzista.
IL BELLO DELLA DIRETTA.
La cerimonia su Rai1 ha due problemi: il candidato medio, che partecipa come se facesse un favore all’umanità; Carlo Conti, che presenta come se avesse la macchina in doppia fila. Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni prova a cambiare verso, richiamando alle ragioni dello spettacolo con Alessia Marcuzzi al fianco di Conti, la diretta del red carpet, Luca Tommassini per le coreografie e gli studi di Cinecittà, ma il 3 maggio, venerdì di ponte, non pare la miglior data. Ma il problema non è il giorno, bensì il mese: perché i David non si allineano agli omologhi europei, Goya e César, e anticipano a febbraio? Ne usufruirebbero gli stessi film in gara, che in molti casi si stenta financo a ricordare, e il nostro sistema cinema, a rischio yogurt.
Come si vince la statuetta Votano 1710 persone; il tutto passa da proiezioni dedicate, aperitivi; email, sms e whatsapp supplici da parte dei candidati