L’onu: stop armi a Bibi. Biden: “Sugli aiuti ora mi ascoltano”
Ventotto Paesi a favore, 13 astenuti e sei contro, fra cui gli Usa. Il Consiglio per i Diritti Umani dell’onu con sede a Ginevra ha chiesto lo stop alle vendite di armi a Israele a causa della sua condotta nella guerra a Gaza. Nella risoluzione adottata, dove si cita il timore di un “genocidio” contro i palestinesi, si chiede anche che lo Stato ebraico sia ritenuto responsabile di eventuali crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nella Striscia. Al palazzo Onu nella città svizzera non sono mancate le spaccature poco prima del voto, con la Germania e la Bulgaria che hanno dichiarato che avrebbero votato contro perché la risoluzione non condannava
BORRELL: “COSÌ NON SARÀ EVITATA LA CARESTIA”
esplicitamente Hamas anche se puntava il dito contro il lancio di razzi su Israele da Gaza, oltre a chiedere il rilascio degli ostaggi. La Francia si è astenuta insieme all’india e al Giappone, definendo “catastrofica” la situazione umanitaria a Gaza.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, invece, solo 24 ore dopo le dichiarazioni della Casa Bianca sull’inaccettabilità della conduzione della guerra di Israele nella Striscia rispetto a salvaguardia dei civili e aiuti, ha corretto il tiro dichiarando: “Israele sta facendo quello che ho chiesto sugli aiuti a Gaza”. Evidentemente, in un solo giorno, alcune cose devono essere cambiate. O forse si sta preparando solo il terreno per il passaggio dei poteri dal governo estremista di Netanyahu a un esecutivo più tollerabile per l’opinione pubblica occidentale a guida Benny Gantz, molto popolare in patria e dato in testa in tutti i sondaggi. Non è del tutto d’accordo con Biden l’ue, che con l’alto rappresentante Borrell ha commentato l’apertura del valico di Erez e del porto di Ashdod: “Il governo israeliano aprirà alcuni corridoi umanitari: non basta per prevenire la carestia a Gaza”.