Cnel, fuggifuggi dalla grandeur di Brunetta
Al Cnel si respira aria di festa grande: si brinda al governo che ha voluto premiare Renato Brunetta regalandogli la deroga che gli consente di percepire l’agognato stipendio di presidente benché pensionato di lusso. E hanno ragione di festeggiare anche gli amici e parenti che l’ex ministro ha chiamato a sé tra i marmi riportati a nuovo di Villa Lubin. Dove il pullulare di portavoce e portaborse si accompagna però a una macchina rimasta senza guida, causa fuggi-fuggi tra i dirigenti di alto rango.
IL PRIMO A LEVARE LE TENDE
era stato già a fine 2023 il segretario generale, ossia il responsabile della gestione amministrativa del Cnel, Francesco Tufarelli: dirigente pubblico di grandissima e variegata esperienza aveva scelto di tornarsene a Palazzo Chigi dopo meno di un anno. Ma era solo l’antipasto. Da poco è stata ufficializzata anche la dipartita del vicesegretario nonché direttore generale, Sergio Ferdinandi: a gennaio, dopo poco più di quattro mesi trascorsi al fianco di Brunetta, ha deciso di dire addio ai giardini di Villa Lubin per riprendere la via di casa, ossia il meno paradisiaco ministero degli Esteri, a quanto pare, senza grossi rimpianti. Sempre a gennaio un’altra alta dirigente fino ad allora preposta all’ufficio per la Relazione sui servizi delle Pa, le politiche territoriali e dell’ue ha scelto di andarsene in comando al ministero del Lavoro e prima di lei aveva fatto lo stesso, con un comando al ministero dell’interno, chi dirigeva l’ufficio per le risorse umane e la transizione digitale. E così a scorrere l’ultimo aggiornamento dell’organigramma del Cnel
si scopre che le caselle più importanti sono vacanti e la gestione amministrativa è consegnata alle cure ad interim suddivise tra chi è rimasto.
Ma se i dirigenti pubblici se ne vanno per scelta e forse anche per disperazione, i portaborse invece abbondano e siamo solo all’inizio. Del resto l’ex ministro della pubblica amministrazione, fin dal suo esordio al Cnel, ha cercato di ridisegnarlo a sua immagine e somiglianza: indispensabile l’infornata di fedelissimi, a partire da Stefania Profili, a capo della segreteria di Brunetta per 95 mila euro l’anno. Porte spalancate anche per la di lei figlia, Giulia Mancini, nominata consigliere per la comunicazione istituzionale: era già stata consulente di Brunetta a palazzo Vidoni prima di piazzarsi prima al concorso del Formez, il centro servizi che risponde proprio al Dipartimento per la Funzione
pubblica, che le ha fruttato un’assunzione per 90 mila euro l’anno che oggi somma ai 30 mila che percepisce a Villa Lubin. Ma al Cnel di Brunetta c’è anche un consigliere per l’organizzazione dei supporti stampa e un capo dell’ufficio stampa, con annesso supporto: un addetto che porta a quattro il conto delle persone che si occupano di comunicazione. Del resto per l’esercizio delle sue funzioni di presidente del Cnel Brunetta potrà contare su uno staff di ben 14 persone di sua stretta fiducia e la squadra non è ancora al completo. Questo al netto dell’assunzione prevista di almeno altre otto unità: nel decreto sul Pnrr servito per la deroga che consentirà a Brunetta di pretendere uno stipendio presidenziale, è prevista una infornata di due dirigenti, 8 funzionari e 7 assistenti con una spesa di quasi 1,2 milioni. E allora cin cin!