Il girone dei dannati: call center, raggiri e offerte nascoste
Oggi risparmiare è ancora possibile
Ecco a voi la fine del mercato tutelato! Ovvero: benvenuti nel più infernale meccanismo mai predisposto da un governo ai danni delle famiglie italiane. Ma se si pensa che tutto quello che è accaduto fino ad oggi tra truffe, bollette pazze, stalking dei call center e minacce varie sia già il male peggiore, allora è il caso di mettersi comodi e scoprire, in questa breve e non esaustiva panoramica, l’inferno che si è creato con la fine della tutela del gas lo scorso gennaio e quello che accadrà a luglio con l’elettricità. E forse, magari, riusciremo anche a fare un po’ di chiarezza.
Iniziamo dalla quotidianità. È cosa nota che siano aumentante esponenzialmente le telefonate dei call center che, spacciandosi per il proprio operatore, offrono promozioni incomplete o false, fanno sottoscrivere dei contratti con registrazioni non esplicite (il famigerato “sì) fino a minacciare i clienti di staccare le utenze se non si sottoscrive il contratto. Con ogni metodo, anche il più scorretto, cercano di portare gli utenti del mercato tutelato in quello libero, ma sono anche migliaia le modifiche unilaterali dei contratti non adeguatamente comunicate che si registrano in questi mesi. C’è poco da stupirsene visto che, nonostante, i proclami, non è mai partita una campagna informativa adeguata sulla fine della maggior tutela.
EPPURE DAL 10 GENNAIO
quella del gas non esiste più. Che fine hanno fatto i clienti? Checché ne dicano i call center e si legga sulle centinaia di sponsorizzazioni delle varie compagnie sui social, tutti quelli che erano “tutelati” non sono stati affatto risucchiati in un buco nero: chi non ha fatto nulla – se non rientrava tra i vulnerabili (gli over 75, i percettori di bonus sociale, i disabili o i terremotati/alluvionati) – è passato automaticamente all’offerta “Placet” in deroga con lo stesso venditore e alle condizioni economiche e contrattuali decise dall’arera (l’autorità del settore). In pratica, si paga solo il consumo deciso dal venditore che resta valido per 12 mesi, mentre non possono essere addebitati costi o condizioni in più. Quanto si paga? Comunque meno di chi è passato nel mercato libero. Fin qui (quasi) bene, almeno per quelli che non si sono ritrovati con un nuovo contratto di fornitura senza esserne a conoscenza. In ogni caso ormai la pratica gas, se così si può dire, è stata archiviata: chi è nel mercato libero non può più usufruire delle offerta “Placet” in deroga.
Tutta un’altra storia per le bollette dell’elettricità. Anche se tutti i call center e le compagnie non lo spiegano, anzi appositamente lo nascondono, solo dal 1° luglio cesserà la maggior tutela e chi non farà nulla passerà in automatico nel “Servizio a tutele graduali”, dove per tre anni pagherà delle bollette più basse che nel libero. Come si legge nell’articolo a fianco, è “merito” delle aste che sono state fatte dalle compagnie per spartirsi i clienti. Certo, su quanto accadrà tra tre anni, o meglio dal 1° luglio 2027, non c’è alcuna certezza, ma per un triennio il risparmio è garantito: circa 130 euro all’anno secondo Arera. È impossibile, alle attuali condizioni, che nel mercato libero si possa sottoscrivere un contratto più conveniente: è ufficiale ormai da oltre un mese. Insomma, c’è una sola cosa da fare: chi è nel mercato libero dovrebbe affrettarsi a tornare nel tutelato per ottenere da luglio queste tariffe stracciate.
Un’indicazione che arriva anche dall’authority che negli scorsi giorni ha diffuso un comunicato in cui spiega che c’è l’obbligo per le compagnie di far rientrare i clienti nel servizio di maggior tutela entro il 30 giugno. L’arera ha predisposto un motore di ricerca per trovare i riferimenti del fornitore a cui chiedere il passaggio. Un fuggi-fuggi dal mercato libero che, scrive Consumerismo No Profit, si tradurrà in 1 milione di clienti che in queste settimane starebbero rientrando nella maggior tutela.
Infine, l’effetto paradosso. Anche se la premier Giorgia Meloni aveva rivendicato che 4,5 milioni di famiglie vulnerabili avrebbero continuato a usufruire di tariffe calmierate, per tre anni pagheranno di più rispetto a quanti passeranno nel servizio a tutele graduali. I “vulnerabili”, però, non possono farci nulla: per loro c’è l’obbligo di restare dove sono. Certo, potrebbe andargli peggio se, malauguratamente, decidessero di rispondere positivamente a una delle mille telefonate dei
Si salvi chi può.
Elettricità Fino al 1° luglio si può passare dal libero mercato al sistema a tutele graduali: in media costa 130 euro meno all’anno