“Cronisti e studenti: Tel Aviv fa la guerra della propaganda”
Molti i giornalisti caduti a Gaza
Da quando è stata creata, Al Jazeera è nel mirino. Prima degli Usa di George W. Bush, poi di Israele e del suo primo ministro Benjamin Netanyahu. I suoi uffici bombardati, i suoi corrispondenti di valore, come Shireen Abu Akleh, uccisi da Israele, e ora Netanyahu spinge per mettere al bando la tv finanziata dal governo del Qatar, i cui giornalisti sono tra i pochi reporter internazionali presenti a Gaza. Il Fatto Quotidiano ha intervistato il giornalista James Kleinfeld dell’unità investigativa di Al Jazeera. Inglese, ebreo e laureato a Oxford, Kleinfeld si occupa di inchieste scottanti, come l’ultima sull’attacco terroristico di Hamas, dal titolo October 7, e, prima di questa, un grande lavoro sotto copertura: The Israel Lobby, sulla galassia di organizzazioni che negli Usa lavorano a favore di Israele. Inchiesta troppo scottante anche per Al Jazeera, che non l’ha mai trasmessa.
Nella vostra indagine “October 7” fate un’analisi dei crimini di guerra commessi da Hamas il 7 ottobre e, contemporaneamente, delle bugie del governo israeliano per giustificare il massacro di oltre 31mila palestinesi, di cui 13mila bambini. Lei che ruolo ha avuto nell’inchiesta?
Il mio ruolo è stato quello di compilare una nostra lista dei morti: tutti i 1.154 cittadini israeliani e stranieri uccisi come conseguenza (dell’attacco, ndr). I media israeliani Haaretz e Yediot Ahronoth hanno preparato le loro liste, che sono, in generale, affidabili, ma sono anche diverse per certi aspetti, perché mancano alcune persone in entrambe, quindi noi dovevamo fare affidamento sui fatti da noi appurati e non sul giornalismo degli altri.
Avete scoperto che molte delle storie dell’orrore, fatte circolare dal governo israeliano, erano semplicemente false. Tra queste, l’accusa che Hamas avesse decapitato 40 bambini nel kibbutz di Kfar Aza. E voi smentite anche il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che aveva parlato di una famiglia di quattro persone, con due bambini di sei e otto anni mutilati prima dell’esecuzione. Come ha reagito il governo Netanyahu? Silenzio totale.
Una delle sue inchieste più importanti è “The Israel Lobby”. Con telecamere nascoste, ha registrato la campagna segreta contro i campus universitari Usa, che criticano le politiche di Israele. Perché Israele è così preoccupato per il dissenso nelle università? Israele e i suoi alleati occidentali capiscono il ruolo importante che i campus giocano nella percezione di Israele nel mondo. I campus sono il ricettacolo dell’attivismo pro Palestina, con gruppi come Students for Justice in Palestine, Ame
Netanyahu teme il crollo del consenso: sa bene che nei campus crescono i decisori di domani