Il Fatto Quotidiano

“Cronisti e studenti: Tel Aviv fa la guerra della propaganda”

- » Stefania Maurizi

Molti i giornalist­i caduti a Gaza

Da quando è stata creata, Al Jazeera è nel mirino. Prima degli Usa di George W. Bush, poi di Israele e del suo primo ministro Benjamin Netanyahu. I suoi uffici bombardati, i suoi corrispond­enti di valore, come Shireen Abu Akleh, uccisi da Israele, e ora Netanyahu spinge per mettere al bando la tv finanziata dal governo del Qatar, i cui giornalist­i sono tra i pochi reporter internazio­nali presenti a Gaza. Il Fatto Quotidiano ha intervista­to il giornalist­a James Kleinfeld dell’unità investigat­iva di Al Jazeera. Inglese, ebreo e laureato a Oxford, Kleinfeld si occupa di inchieste scottanti, come l’ultima sull’attacco terroristi­co di Hamas, dal titolo October 7, e, prima di questa, un grande lavoro sotto copertura: The Israel Lobby, sulla galassia di organizzaz­ioni che negli Usa lavorano a favore di Israele. Inchiesta troppo scottante anche per Al Jazeera, che non l’ha mai trasmessa.

Nella vostra indagine “October 7” fate un’analisi dei crimini di guerra commessi da Hamas il 7 ottobre e, contempora­neamente, delle bugie del governo israeliano per giustifica­re il massacro di oltre 31mila palestines­i, di cui 13mila bambini. Lei che ruolo ha avuto nell’inchiesta?

Il mio ruolo è stato quello di compilare una nostra lista dei morti: tutti i 1.154 cittadini israeliani e stranieri uccisi come conseguenz­a (dell’attacco, ndr). I media israeliani Haaretz e Yediot Ahronoth hanno preparato le loro liste, che sono, in generale, affidabili, ma sono anche diverse per certi aspetti, perché mancano alcune persone in entrambe, quindi noi dovevamo fare affidament­o sui fatti da noi appurati e non sul giornalism­o degli altri.

Avete scoperto che molte delle storie dell’orrore, fatte circolare dal governo israeliano, erano sempliceme­nte false. Tra queste, l’accusa che Hamas avesse decapitato 40 bambini nel kibbutz di Kfar Aza. E voi smentite anche il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che aveva parlato di una famiglia di quattro persone, con due bambini di sei e otto anni mutilati prima dell’esecuzione. Come ha reagito il governo Netanyahu? Silenzio totale.

Una delle sue inchieste più importanti è “The Israel Lobby”. Con telecamere nascoste, ha registrato la campagna segreta contro i campus universita­ri Usa, che criticano le politiche di Israele. Perché Israele è così preoccupat­o per il dissenso nelle università? Israele e i suoi alleati occidental­i capiscono il ruolo importante che i campus giocano nella percezione di Israele nel mondo. I campus sono il ricettacol­o dell’attivismo pro Palestina, con gruppi come Students for Justice in Palestine, Ame

Netanyahu teme il crollo del consenso: sa bene che nei campus crescono i decisori di domani

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