Il Fatto Quotidiano

Gabry Ponte: estate live per i 25 anni di carriera

- » Stefano Mannucci

piaga: “Se per una serie che ha fatto 14 milioni di visualizza­zioni un attore prende 5 euro in un anno, di che parliamo?”.

Conclude Claudio Santamaria: “Ci mettiamo la faccia, per noi stessi e per chi non ha la nostra notorietà. Non è un lamento, ma una lotta civile, una battaglia a fare del bene ai lavoratori e alle loro famiglie: i diritti connessi sono diritti, riconosciu­ti in tutto il mondo. Spero che il governo faccia qualcosa, e la legge ci dia ragione, perché ragione l’abbiamo”.

Per Netflix, dichiara un portavoce, “il compenso degli artisti, interpreti ed esecutori è di fondamenta­le importanza. Da molti anni abbiamo un accordo con Nuovo Imaie, la collecting italiana che rappresent­a la maggioranz­a degli artisti, interpreti ed esecutori italiani. Abbiamo cercato a lungo di raggiunger­e un accordo con Artisti 7607 e abbiamo fornito loro tutte le informazio­ni previste dalla legge, come riconosciu­to DALL’AGCOM nella sua decisione dello scorso anno. Artisti 7607 ha ripetutame­nte rifiutato la nostra offerta di pagamento e, pur augurandoc­i che la accettino, attendiamo ora la decisione del tribunale”.

DOPO le esibizioni di Milano (27 gennaio 2024), Torino (2 marzo) e Bologna (6 aprile), il celeberrim­o

Dj e Producer torinese continua i festeggiam­enti per i 25 anni di carriera: il 15 giugno a Roma; 19 luglio a Francavill­a al Mare; 7 agosto a Cattolica; 14 agosto a Gallipoli; il 21 agosto a Villa Bellini

“Al debutto ad Assago, l’altra sera, c’era questa ragazza con un cartello: ‘Sono venuta per voi da Boston’”.

Addirittur­a.

Qualche decina di americani è il nostro zoccolo duro d’oltreocean­o (ride). Quando abbiamo suonato a Londra c’era uno del Massachuse­tts che compulsava le app per capire i testi.

Pinguini Tattici Nucleari alla conquista del pianeta, caro Riccardo Zanotti. Intanto 33 date nei palazzetti italiani.

Capirò se sono invecchiat­o al quarto risveglio. Mi chiederò pure io che mondo lascerò a Keith Richards.

Un milione di biglietti lo scorso anno negli stadi, dove tornerete nel 2025. Ma la vostra missione resta l’intimità con il pubblico.

È la chiave per arrivare alle persone. Leggende come Madonna o il genio David Bowie hanno propugnato la distanza. Noi possiamo essere solo inclusivi. I Pinguini e il pubblico sono pianeti soggetti ad attrazione gravitazio­nale reciproca. Al concerto tutti cantano, ti dimentichi se è il fan o la band.

A proposito di chiavi, prima di ‘Bergamo’ avete chiesto agli spettatori di farle tintinnare citando il poetapales­tinese Mahmoud Darwish. Le parole di Pensa agli altri. A chi non ha più casa. Parlarne è importante. Non ci illudiamo di cambiare la testa della gente, però tornando dal concerto qualcuno potrà discuterne tra amici o in famiglia. I palestines­i stanno subendo angherie sproposita­te. Sono morti volontari che portavano cibo. Persino l’america ha avanzato dubbi sull’operato di Israele. Che dimostrere­bbe di essere una vera potenza solo placandosi, mostrandos­i clemente. Naturalmen­te condanniam­o senza riserve l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Aun rave, per giunta. Basta violenze e atrocità.

Presa d’atto politica? Non abbiamo la pretesa di sottolinea­re ragioni o torti, siamo per la coabitazio­ne di due popoli in due stati. Parliamo di umanità, solleviamo questioni. Come abbiamo fatto con la diversità di genere o gli hikikomori. Non siamo una band politica ma non vogliamo essere presi alla leggera solo perché facciamo pop. L’idea delle chiavi viene da lontano.

Elio Biffi l’ha presa in prestito da uno dei nostri gruppi di culto, gli Area. Che chiedevano di agitare le chiavi, come simbolica protesta, già negli anni 70. Questa spirale di morte va avanti da dopo la Seconda guerra mondiale. Con la logica dell’occhio per occhio, alla fine tutti diventano ciechi.

Anche se non vi schierate non la mandate a dire. Diversamen­te da tanti colleghi che sembrano aver paura di commentare persino l’ovvio.

Non siamo certo noi a dover tirare per la giacchetta chi non se la sente. Siamo in democrazia.

Nelle scorse ore siete stati messi in mezzo proprio voi. Da Don Beppe Zorzan, parroco di Santena. Ha detto: ‘I Pinguini hanno già fatto il sold out per gli stadi dell’anno prossimo, qui viene Gesù e la chiesa è sempre vuota’. Questo prete è un grande comunicato­re. È riuscito a far parlare della sua parrocchia. Noi non siamo mai andati a Messa. Vista da fuori, la Chiesa dovrebbe imparare

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Non siamo una band politica, ma non vogliamo essere presi alla leggera solo perché facciamo pop

a parlare di più al cuore dei giovani e ai ‘diversi’, che non possono essere accettati solo se ‘diversi’ fino a una certa misura. Il mondo sta cambiando rapidament­e, la Chiesa acceleri il passo.

Però.

Oh, io non sono un cardinale. Nessuno dà credito alle parole di un Pinguino. Ma chiediamoc­i perché i ragazzi stiano cercando risposte nella letteratur­a, nei film e nella musica. Forse gli artisti sono seguiti perché pongono solo domande, e lasciano che siano gli altri a trovare le risposte.

Stare in una band aiuta a superare i momenti di sconforto che provano certi giovani idoli?

Il gruppo forma un cerchio, un girotondo. Penso al quadro di Matisse, La danza. Se ti senti debole ti metti in mezzo e i compagni ti fanno schermo, proteggend­oti. L’industria musicale ti carica sulle spalle aspettativ­e pesantissi­me, come certi genitori che si aspettano tu faccia gol ogni domenica o prenda dieci in tutte le materie. Una band è un ecosistema che si autopreser­va, in un contesto in cui contano solo i numeri. Arriva il momento in cui vendi meno singoli o biglietti. Lì bisogna spogliarsi dell’abito dei numeri e tornare a essere persone.

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FOTO ANSA
Sul palco FOTO ANSA
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Il DJ produttore torinese ex Eiffel 65 girerà lo Stivale
 ?? ?? Protagonis­ti Al centro: Calabresi, Germano e Marcore; a sinistra: Riondino e Santamaria FOTO ANSA/LAPRESSE
Protagonis­ti Al centro: Calabresi, Germano e Marcore; a sinistra: Riondino e Santamaria FOTO ANSA/LAPRESSE

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