Il Fatto Quotidiano

Domani anche Gramsci torna fra gli operai in lotta di Torino

- » Gad Lerner L’OMAGGIO

UL’INIZIATIVA DEL “FATTO” ALLA CAMERA DEL LAVORO

n secolo fa Torino aveva 500 mila abitanti di cui 150 mila erano lavoratori dell’industria. Davanti alle fabbriche si incontrava ogni giorno un giovane poco più che ventenne dalla chioma folta e dalla schiena ricurva che si chiamava Antonio Gramsci. Lo ricordava così l’operaio Giorgio Carretto, membro della commission­e interna della Fiat centro: “Veniva nell’officina a insegnare e a imparare. Ma quando mai c’era stato un intellettu­ale che dicesse queste cose? Insegnare e imparare. Bisognereb­be riportarci alla nostra condizione di quel tempo. Noi operai eravamo umiliati, disprezzat­i, sfruttati, accantonat­i”.

Fondarono l’ordine nuovo, diedero vita ai consigli di fabbrica, occuparono gli stabilimen­ti. Ricorda ancora Carretto: “Gramsci aveva un’idea per noi rivoluzion­aria. Che l’operaio diventasse produttore, padrone del processo di produzione della ricchezza”.

Domani a Torino tornano protagonis­ti i lavoratori metalmecca­nici. I sindacati hanno proclamato uno sciopero unitario di otto ore. Non succedeva da 15 anni. Di nuovo gli operai si sentono umiliati, disprezzat­i, sfruttati, accantonat­i. Al termine della loro giornata di lotta contro la multinazio­nale Stellantis, che sta di fatto smantellan­do quella che fu la città dell’automobile, anche Antonio Gramsci tornerà a Torino. Potremo ascoltare le voci originali dei protagonis­ti di quella vicenda straordina­ria riuniti intorno al giovane ribelle venuto dalla Sardegna, divenuto uno dei più grandi pensatori italiani del Novecento.

La raccontere­mo Silvia Truzzi e io, con la regia di Simone Rota, al Salone “Pia Lai” di via Pedrotti 5, già sede della Camera del Lavoro. Il sogno di Gramsci è una lettura teatrale prodotta da Loft con il patrocinio della Fondazione Gramsci, ospitata dalla Fiom Cgil. È il nostro modo di aderire alla mobilitazi­one. Appuntamen­to alle ore 20.30. Ingresso libero.

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