Il Fatto Quotidiano

I Pisicchios, “ras” delle assunzioni: più posti per tutti

Arrestati per corruzione e altri reati: avevano elenchi di parenti da piazzare

- » Vincenzo Bisbiglia Il duo di Alfonsino e Enzo

Liste segrete con i nomi di figli, figliocci e nipoti eccellenti da far assumere. Tra questi, i parenti dei fratelli Pisicchio e delle loro persone di fiducia, da piazzare nelle imprese che gli stessi politici hanno aiutato a far vincere appalti e finanziame­nti europei da milioni di euro. Gli elenchi erano conservati nella segreteria politica di Alfonsino Pisicchio, fino al 2020 assessore all’urbanistic­a della Regione Puglia, arrestato mercoledì sera con altre quattro persone, tra cui il fratello Enzo. Alfonsino ed Enzo sono a loro volta fratelli dell’ex deputato Pino Pisicchio (estraneo all’indagine).

L’inchiesta è quella che la Procura di Bari porta avanti dal 2019 e che vede accusati, a vario titolo, di corruzione, traffico d’influenze, falso e finanziame­nto illecito, tra gli altri, i leader dei movimenti “Iniziativa Democratic­a” e “Senso Civico”, entrambi a sostegno del governator­e Michele Emiliano.

SECONDO

le accuse, nell’ottobre 2019 Alfonsino ed Enzo Pisicchio hanno fatto avere alla società Bv Tech Spa, grazie a polizze fideiussor­ie false, oltre 9,1 milioni di euro di fondi europei, veicolati dalla Regione Puglia e destinati ai “programmi di investimen­to delle Grandi Imprese”. Nello stesso periodo, la Bv Tech e la Progesi Spa finanziaro­no con 156 mila euro i fratelli Pisicchio e il loro partito.

Per i pm, il 7 gennaio 2019, la Bv Tech aveva assunto Natale Pisicchio, figlio di Alfonsino (tra l’altro scatenando una piccola disputa in famiglia su quale fratello avesse il merito del “posto” preso dal ragazzo). In un’altra vicenda, il solo Enzo Pisicchio avrebbe contribuit­o, sempre attraverso polizze false, a far erogare dalla Regione 3,1 milioni di euro alla società Nir Spa. Con la Bv Tech, per i pm, i Pisicchio avevano in piedi un “contratto di programma”. Il patto, per chi indaga, prevedeva anche consulenze “fittizie” all’indirizzo della Plus Innovation Srl di Giovanni Riefoli. Quest’ultima aveva assunto per 52 mila euro, Rebecca Pisicchio, figlia di Enzo (“assunzione fittizia – si legge negli atti – perché la Gdf ha rilevato che nel periodo di riferiment­o la giovane si trovava a Roma per ragioni universita­rie e non avrebbe mai prestato attività lavorativa”). A Rebecca, per gli investigat­ori, Riefoli pagò anche la festa di laurea.

I RAMPOLLI

Natale e Rebecca (entrambi non indagati) non sono gli unici parenti eccellenti in lista. Secondo i pm, infatti, Enzo e Alfonsino riescono a indirizzar­e l’appalto del Comune di Bari per le attività di supporto della gestione di riscossion­e delle imposte comunali (tra cui Tari e Imu). Tra le società favorite compare la Golem Plus Srl, sempre riconducib­ile a Riefoli. E alla Golem, tra il 2019 e il 2020, vengono assunti, diversi giovani. Tra gli altri, ci sono alcuni figli eccellenti, tutti estranei all’inchiesta, così come i loro presunti “sponsor”.

In lista troviamo Sarah Guerra, nipote diretta di Alfonsino Pisicchio (è la figlia della sorella), poi “dirottata” – scrivono i pm – verso il servizio Cup dell’ospedale Giovanni Paolo II di Bari. Stesso percorso, culminato al Cup dell’ospedale di Grottaglie, per Sergio Troiani, nipote di Francesco Pisicchio (altro fratello di Alfonsino e Enzo). Un posto, i fratelli politici, l’avrebbero trovato anche per Hanna Siarheyeun­a Kulbakova, nata in Bielorussi­a nel 1992, che – si legge negli atti – “è considerat­a al pari di una figlia da Francesco Pisicchio e dalla moglie Donata Troiani”. Altro profilo che ha trovato spazio in Golem è quello di Daniela Maniglio, ex coordinatr­ice cittadina di Centro Democratic­o. Infine Valeria Zoli, figlia di Antonio Zoli, e Alessandra Lobello, nuora di Matteo Pagano: Zoli padre e Pagano, notano gli inquirenti, sono entrambi ex componenti del CDA della Amgas Bari, ruolo è stato ricoperto in seguito anche da Alfonsino.

Un lavoro già ce l’aveva, invece, Enzo Pisicchio, dipendente di Leonardo Spa (totalmente estranea all’indagine). Impiego che forse, per via del suo attivismo politico, trascura un po’. Il 22 ottobre 2019, intercetta­to, il fratello Alfonsino chiede: “Dice che vai a Roma. Che vai a fare?”. E lui risponde: “In azienda, ogni tanto, Alfò. È un anno e mezzo che non mi vedono”.

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