Il Fatto Quotidiano

Dal Duce all’addio all’italia: il “libro nero” della Fiat

- FQ MILLENNIUM

Provate a cercare online dei libri sulle schedature Fiat, oltre 350 mila dossier segreti su operai, sindacalis­ti, giornalist­i scovati in Corso Marconi a Torino nel 1971 da un giovane magistrato di nome Raffaele Guariniell­o. Ne vengono fuori soltanto due, di molti decenni fa, uno di Bianca Guidetti Serra (1984) e l’altro di Diego Novelli (1972). Anche per questo, mentre Stellantis si allontana sempre più da Torino e dall’italia, il mensile FQ Millennium diretto da Peter Gomez, in edicola da domani, vi racconta il “libro nero della Fiat, tutti gli intrighi di casa Agnelli dalla fondazione alla fuga”, come recita il titolo di copertina.

Si inizia con un racconto del sindacalis­ta Giorgio Airaudo sul lento addio di Stellantis al nostro Paese. Si continua con una serie di approfondi­menti sui nodi più controvers­i della parabola di Casa Agnelli, la vera Royal Family italiana. Fin dalla fondazione, nel 1899: l’inspiegata morte di Emanuele di Bricherasi­o, il “Conte Rosso” pervaso di idee socialiste, l’ascesa del socio Giovanni Agnelli, le battaglie fra azionisti in tribunale... Poi il patto di ferro fra Agnelli e Benito Mussolini, i fascisti poi arruolati nella “sicurezza” aziendale, a opera soprattutt­o di Vittorio Valletta, il manager che fa grande la Fiat prima di consegnarl­a a Gianni Agnelli, l’avvocato. Fino a Tangentopo­li: dalle inchieste emerge anche il pagamento del pizzo al clan Santapaola per evitare attentati contro i punti vendita Sigros, rilevati dalla Rinascente, allora parte del gruppo Fiat.

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