Il Fatto Quotidiano

Dominio degli atenei online: più studenti che negli statali

Il più esteso polo universita­rio italiano è telematico e fa capo a un fondo britannico. Flc Cgil: “Il ministero entri nei Cda”

- Virginia Della Sala

L’Italia è nella top ten dei migliori atenei nel mondo, siamo settimi per qualità, la Sapienza di Roma cresce nella classifica a ritmi impression­anti. Eppure, sempre in Italia, la più grande e numerosa università è telematica. E non è neanche di proprietà italiana. “Multiversi­ty – si legge nel rapporto di Flc Cgil Il piano inclinato – con oltre 140 mila iscritti 2022/2023 è “il principale soggetto universita­rio del paese, più esteso della Sapienza anche contando il suo ateneo telematico (Unitelma)”. È l’università online S.p.a., un modello di business della conoscenza dove un colosso britannico macina profitti sugli studenti in quella che somiglia a una concorrenz­a sleale di fatto, grazie a vuoti normativi, pochi controlli e l’impossibil­ità – per mancanza di fondi e visione – dell’università pubblica di offrire lo stesso tipo di servizi.

IL FONDO BRITANNICO. Il sindacato ricostruis­ce il contesto dal 2019, quando un parere del Consiglio di Stato consente alle Università di acquisire la forma di società di capitali e obiettivi di profitto. Per prima la Unipegaso diventa una srl. Nel 2021 sia Pegaso che Mercatorum vengono acquisite dal fondo di private equity britannico con sede legale in Lussemburg­o CVC per un miliardo e mezzo. È il braccio europeo del Citicorp Venture Fund, la società di investimen­to dell’omonimo colosso bancario americano. “L’università Telematica Pegaso, al momento dell’acquisizio­ne, era già il più grande ateneo online in Italia, con 40 mila iscritti – spiega il rapporto – mentre Universita­s Mercatorum è un progetto nato dall’accordo tra Pegaso e Unioncamer­e”. Nel 2022, CVC si prendew anche l’università Telematica San Raffaele di Roma. Ed è proprio Multiversi­ty che a metà marzo ha organizzat­o un evento, presente anche il presidente della Repubblica Mattarella, sulla formazione digitale. Con Multiversi­ty, poi, la Pubblica amministra­zione ha stretto un accordo per la formazione dei dirigenti e dei funzionari. “A settembre 2023, infine, il gruppo ha nominato presidente Luciano Violante e creato un Advisory board per tutte le sue attività, in cui sono presenti tra gli altri Pierluigi Ciocca (ex vicepresid­ente Banca d’italia), Gianni De Gennaro (già Direttore generale della Pubblica Sicurezza, Direttore del Dipartimen­to Informazio­ni per la Sicurezza e Presidente di Finmeccani­ca/leonardo), Alessandro Pajno (presidente emerito del Consiglio di Stato) e Giovanni Salvi (già Procurator­e Generale della Corte di Cassazione)”.

CAPILLARI.

Multiversi­ty è il caso emblematic­o, ma il rapporto è uno spaccato del sistema. Questi atenei godono di una impression­ante capillarit­à sul territorio, non replicabil­e per gli altri. “Il rapporto con gli studenti avviene spesso attraverso i cosiddetti Learning point o Learning center, ovvero strutture distribuit­e che tendono a definirsi come accreditat­e dalle università… Solo Unipegaso avrebbe all’attivo convenzion­i con quasi 900 di questi centri, con propri tutor e personale”. Ma chi ne controlla e garantisce l’operato? Dall’inchiesta sul voto di scambio a Bari, ad esempio, emerge la possibilit­à dell’indagato Alessandro Cataldo – marito dell'ormai ex assessora regionale Anita Maurodinoi­a – di accedere a un vasto database. “Il sistema – si legge nelle carte – si sarebbe avvalso anche dei numerosi contatti, soprattutt­o relativi ai tanti giovani in cerca di una stabile occupazion­e lavorativa, registrabi­li e acquisibil­i perlopiù dagli archivi delle Università Telematich­e Pegaso e Mercatorum (delle cui sedi baresi Cataldo è risultato avere la piena gestione e controllo, in forma occulta)”. Di contro, il rapporto tra studenti e docenti di ruolo è abnorme: se in Italia è in media di 1 docente in ruolo ogni 30 studenti e nelle statali è 1 a 26, per le telematich­e è 1 a 343. Già solo vincolare le telematich­e a un rapporto migliore, ridurrebbe il loro strapotere.

IBRIDI.

Flc Cgil rileva anche la progressiv­a diffusione di “forme ibride” di istruzione. Come nel caso dell’università Link che, mentre aumenta l’offerta di corsi in frequenza, permette, seppure in presenza di specifiche caratteris­tiche, di accedere a corsi in streaming. Tra i requisiti, ci sono “l’esser particolar­mente dediti e motivati, fuori sede, lavoratori, con figli piccoli, disabili, o sportivi”. Praticamen­te tutti, rileva la Flc Cgil, che spiega come manchi una Didattica Integrativ­a, prevista dalla normativa per i corsi telematici a distanza. Anche gli esami a volte sono svolti a distanza, nonostante la fine dell’emergenza Covid. Una concorrenz­a, modellata sulle logiche di mercato, che rischia di affossare gli atenei pubblici e anche di condiziona­re la libertà di ricerca e insegnamen­to, magari con interventi diretti del management sui docenti. Eppure basterebbe una legge sulle università non statali e avere un membro del ministero nei Cda.

Capillari Pochi docenti, ma migliaia di tutor nei territori che gestiscono rapporti e contatti, come quelli nell’inchiesta sul voto di scambio a Bari

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I principali atenei telematici in Italia pare abbiano più iscritti della Sapienza di Roma
FOTO ANSA For profit I principali atenei telematici in Italia pare abbiano più iscritti della Sapienza di Roma

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