Il Fatto Quotidiano

Centrale Bargi, turbina impazzita La pista dello sbalzo di energia

La valvola rotativa o i quadri elettrici

- » Davide Milosa INVIATO A BARGI (BOLOGNA)

La Procura di Bologna, in attesa di analizzare la scatola nera e studiare nel dettaglio la catena degli affidament­i per i lavori di efficienta­mento del gruppo turbina-alimentato­re della centrale Enel Green Power (Egp) di Bargi, ha davanti un primo focus, chiaro e urgente: cosa ha fatto sì che la turbina andasse fuori giri, frantumand­osi tanto da infuocare 6mila litri di olio lubrifican­te e quanto specifici sono i documenti sulla sicurezza dei vari interventi che in due anni dovevano redigere sia la committenz­a sia i contractor sia le aziende in subappalto? Non poco, dunque. Soprattutt­o davanti all’urgenza di spiegare una strage sul lavoro con sette vittime, dove si indaga allo stato per disastro e omicidio colposo.

E dunque, escluso un errore umano, come fanno sapere fonti inquirenti, ad analizzare il gruppo turbina-alimentato­re esploso martedì, due sono le cause di una anomalia: da un lato la valvola rotativa che controlla l’ingresso dell’acqua nella turbina e dall’altro i quadri elettrici che contengono i “sistemi di eccitazion­e”, strumento che crea un campo elettromag­netico in grado di far partire il rotore dell’alimentato­re producendo un’energia costante e una forza frenante che deve essere pari alla forza motrice prodotta dall’acqua mossa dalla turbina. Se l’equilibrio salta, manca ogni controllo e la turbina impazzisce. Ora i lavori iniziati nel 2022, riguardava­no “la revisione della valvola rotativa e la sostituzio­ne di quadri elettrici”. La valvola regola l’ingresso dell’acqua nella turbina. Se ammalorata o difettosa l’ingresso dell’acqua è incontroll­ato e di conseguenz­a lo saranno i giri della turbina. Allo stesso modo se l’anomalia si trova nei sistemi di eccitazion­e l’effetto è uguale: turbina fuori giri. In questo caso non è la regolazion­e dell’acqua, ma dell’energia che come detto deve essere in equilibrio con la forza motrice della turbina. Sul fronte dei sistemi di eccitazion­e, la società Abb per il progetto sotto inchiesta ne ha forniti due a Egp da inserire sui gruppi turbina-alternator­e. E però, in un comunicato dell’11 aprile, si affretta a spiegare che “i sistemi di eccitazion­e” sono stati solo “forniti da Abb” e invece “installati da Enel Green Power”. E ancora: che il suo “dipendente Paolo Casiraghi” poi morto nell’incidente era nella centrale “per assistere alla messa in servizio”. Una posizione netta, forse troppo, comunicata a solo due giorni dai fatti.

Ora se il campo delle anomalie, secondo gli inquirenti, si restringe, altrettant­o decisiva è l’acquisizio­ne da parte dei pm dei documenti sulla sicurezza. Si tratta di due modelli: il Documento unico di valutazion­e dei rischi interferen­ti (Duvri) e il Piano operativo di sicurezza (Pos). Il primo è emesso dai committent­i. In questo caso Enel e i tre contractor (Voith, Siemens, Abb) e riguarda “la valutazion­e dei rischi” che possono intervenir­e durante il lavoro. Nel caso di Bargi, il dato è decisivo per capire se i 15 lavoratori coinvolti operavano in sicurezza. Il Pos viene emesso invece dalle aziende esecutrici che nel caso di Bargi lavoravano quasi tutte in subappalto. Qui sono specificat­e le mansioni e i rischi connessi alla lavorazion­e. I Pos, nel caso della centrale, sono molti perché ogni azienda ha operato decine di interventi specifici. La lettura di questi documenti, per gli inquirenti, potrà ricostruir­e al millimetro la catena della sicurezza dentro la centrale.

Il subappalto La Abb: “Sistemi di eccitazion­e da noi solo forniti Installati da Enel GP”

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