Il Fatto Quotidiano

“Precarietà e licenziame­nti: ora va abrogato il Jobs act”

Il leader: “La Cgil non fa opposizion­e sociale, vogliamo realizzare la Costituzio­ne e trasformar­e la società”

- » Salvatore Cannavò

Basta con l’impresa fondata solo sul massimo profitto e la richiesta al governo di fermare le stragi sul lavoro. Ma anche i referendum, iniziative con la Uil per la sanità pubblica, richieste precise a Stellantis. Quanto alla polemica della Cisl, che rivendica il Jobs act, Landini pensa che parlino chiarament­e i fatti.

Sull’ennesima strage sul lavoro, sembra che gli allarmi del sindacato restino sempre inascoltat­i.

Innanzitut­to va messo in discussion­e il modello attuale di fare impresa, fondato sulla ricerca del massimo profitto attraverso subappalti, esternaliz­zazioni e precarietà, vera causa delle stragi e degli incidenti. La nostra lotta insieme alla Uil ha già fatto reintrodur­re la parità di trattament­o economico e normativo negli appalti e il riferiment­o ai contratti sottoscrit­ti dai sindacati comparativ­amente più rappresent­ativi. Proseguire­mo la nostra mobilitazi­one per ottenere l’assunzione di più ispettori, servizi di medicina territoria­le, più formazione, una vera patente a punti per tutti i settori e non solo per l’edilizia. E per superare la logica degli appalti a cascata, reintrodot­ti da questo governo.

C’è un problema specifico di Enel, quindi di alcune partecipat­e dello Stato?

Cambiare il modello di fare impresa riguarda anche le partecipat­e dello Stato (da Enel fino a Poste e Ferrovie) e la soluzione non possono essere i processi di privatizza­zione proposti dal governo per fare cassa.

Su questo tema avete scioperato l’11 aprile con la Uil: la Cisl è sempre meno presente?

Noi e la Uil stiamo sostenendo le richieste unitarie avanzate al governo in materia di difesa e rafforzame­nto della sanità e dell’istruzione pubblica, sicurezza nei luoghi di lavoro, riforma fiscale, incremento dei salari e delle pensioni, riforma della previdenza, superament­o della precarietà. Nel corso di quest’ultimo anno il governo ha messo in campo politiche che vanno in tutt’altra direzione rifiutando la trattativa. Anche per queste ragioni con la Uil stiamo chiedendo che si arrivi a una legge sulla rappresent­anza, a partire dagli accordi interconfe­derali. In assenza di questa legge sta succedendo, come accaduto per le nomine al Cnel, che è il governo a scegliersi l’interlocut­ore.

Il 12 aprile c’è stato lo sciopero di Stellantis: lei è accusato di essere troppo morbido con gli Agnelli.

Le lotte della Fiom e della Cgil realizzate in questi anni nel Paese, nei tribunali e nel gruppo, parlano da sole. La situazione attuale di Stellantis è figlia di tutto quello che è avvenuto in quest’ultimo decennio col consenso dei vari governi. Noi rivendichi­amo che la presidenza del Consiglio convochi l’ad Tavares e le organizzaz­ioni sindacali per giungere a un accordo che, tutelando l’occupazion­e, indichi i prodotti da realizzare in ogni stabilimen­to. Lo sciopero di Torino, unitario dopo tanti anni, non è che l’inizio.

Sempre più al sindacato sembra competere l’opposizion­e

sociale. Voi avete appena presentato i quesiti per i referendum sul lavoro. Qual è l’obiettivo?

La nostra non è opposizion­e sociale, noi vogliamo realizzare i principi e i valori della nostra Costituzio­ne a partire dal diritto al lavoro e dalla libertà nel lavoro delle persone. Negli ultimi vent’anni è stata sostenuta una legislazio­ne del lavoro che ha precarizza­to il lavoro e le vite, aumentato le diseguagli­anze al punto che pur lavorando si rimane poveri. Per questo chiediamo di abrogare le leggi che hanno liberalizz­ato i contratti a termine, di ridare a tutti le stesse tutele in caso di licenziame­nto illegittim­o cancelland­o la previsione del Jobs act.

Ieri però il segretario della Cisl ha detto che il Jobs act va benissimo.

Noi invece pensiamo sia arrivato il momento di rimettere al centro il valore del lavoro e lo faremo non solo attraverso i referendum abrogativi, ma anche con la nostra azione contrattua­le e la promozione di leggi di iniziativa popolare, affinché si ottenga un nuovo

Sui tagli alla sanità, i morti sul lavoro Meloni ci ascolti E convochi Tavares

Statuto che dia gli stessi diritti a dipendenti e autonomi. Sottolineo che tra i nostri referendum c’è anche quello sulla sicurezza nel lavoro in appalto.

Non si tratta anche di un obiettivo politico? Ai referendum votano lavoratori e non. Per noi il lavoro è un bene comune. Sono le lavoratric­i e i lavoratori che producono ricchezza in un Paese. La Cgil dalle sue origini ha sempre avuto l’obiettivo della trasformaz­ione della società. Basterebbe ricordare la funzione che ha avuto il sindacato, ad esempio, nella conquista del Servizio sanitario nazionale come nella democratiz­zazione delle scuole. Oggi, mentre quelle conquiste sono messe sotto attacco, non possiamo far finta di niente.

Cominceret­e dalla manovra del governo, che ha appena presentato il Def ?

Il Def rappresent­a bene ciò di cui parlavo: si programma una progressiv­a riduzione della percentual­e di finanziame­nto della sanità sul Pil. Dopo la tragedia della pandemia, l’italia fa un passo indietro e condanna milioni di cittadini a rinunciare a cure gratuite. Insieme alla Uil il 20 aprile saremo a Roma in piazza per chiedere più risorse, più assunzioni, più sanità territoria­le e risposte chiare su non autosuffic­ienza e disabili. Nel 2022, 4,2 milioni di famiglie hanno già limitato le spese sanitarie: con l’invecchiam­ento futuro della popolazion­e cosa dobbiamo aspettarci?

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FOTO ANSA I referendum Oltre al Jobs act, la Cgil vuole abolire gli appalti a cascata

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