Regione Lombardia è commissariata per il bracconaggio
LLO SCONTRO GLI AVVOCATI DEI CACCIATORI SCHIERATI CONTRO I CC
a Lombardia non è in grado di gestire i valichi interessati dalla migrazione degli uccelli. I volatili, infatti, rischiano di essere impallinati dai cacciatori, anche se la legge prevede che l’attività venatoria sia vietata nel raggio di un chilometro da quei preziosi passaggi. Per questa ragione su impulso della Lac, la Lega per l’abolizione della caccia rappresentata dall'avvocato Claudio Linzola, la Regione è stata commissariata dalla giustizia amministrativa: il Tar e il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso del presidente Attilio Fontana, hanno affidato la tutela a un commissario. La Lombardia presenta numerosi valichi, corridoi vitali per migliaiadi uccelli migratori che dall’alba dei tempi partono dal Nord Europa per svernare, nei mesi più freddi, in Africa. Zone importantissime dal punto di vista della biodiversità e, come specificato recentemente dai carabinieri forestali, “oggetto di intenso bracconaggio che ha gravi ripercussioni sui sistemi ecologici”.
Già l’anno scorso il
Tar aveva imposto alla
Regione di istituire, finalmente, tutti i valichi, aree protette secondo la legge 157/92. Ma oltre a non aver adempiuto a questo obbligo, la Regione ha addirittura avanzato la pretesa di cacciare i cinghiali, perché potenziali portatori della peste suina africana. Cinghiali che, lungo i valichi, nessuno ha mai visto. Ma c'è di più. La consigliera di Patto civico, Michela Palestra, ha ottenuto che i carabinieri forestali venissero auditi, in tema di bracconaggio, dalle commissioni congiunte Agricoltura e Antimafia. Stando alle ricostruzioni del Fatto, il presidente della commissione Agricoltura, il cacciatore leghista Floriano Massardi, ha tentato di evitarlo, lamentando che “i cacciatori sono paragonati ai mafiosi”. Il collega di FDI, altro cacciatore, Carlo Bravo, ha chiesto che all’audizione partecipassero i tre avvocati che storicamente difendono i cacciatori: Alberto Bonardi, Mattia Guarnieri e Alberto Scapaticci.
Massardi e Bravo sono stati entrambi denunciati tra il 2021 e il 2023 per presunte irregolarità legate all’alterazione degli anellini dei richiami vivi utilizzati nella caccia all’avifauna. Scapaticci ha pubblicamente affermato di difendere Bravo. In sostanza il consigliere denunciato avrebbe chiamato in audizione in Regione il legale che lo difende. Prima della relazione del generale Giorgio Maria Borrelli del Cites-soarda (antibracconaggio), i consiglieri delle opposizioni hanno espresso il proprio sconcerto per la presenza dei tre avvocati. Palestra (Patto civico) e Paolo Romano (Pd) hanno chiesto ai tre legali di dichiarare se rappresentassero uno o più consiglieri denunciati dai forestali. I tre si sono schermati dietro il “segreto professionale”. “Approfondiremo la questione – attacca Palestra – perché c’è la possibilità che si sia verificato un fatto molto grave. La destra, di fronte a un’audizione autorevole delle forze dell’ordine, ha sentito il bisogno di far intervenire avvocati di parte, mentre si parlava di come contrastare il bracconaggio, alimentato da forti interessi economici, anche internazionali. Bisognerebbe domandarsi poi perché i tre avvocati intervenuti abbiano spostato l’attenzione soltanto sui richiami vivi, ossessione che sta monopolizzando il lavoro del centrodestra col chiaro intento di allentare le maglie delle regole”.