Il Fatto Quotidiano

Iran, missili e droni contro Israele Jet di Usa, Uk e Francia in azione

- » Alessia Grossi

Promessa mantenuta. “Vadeh Sadegh” è il nome dell’operazione iraniana contro Israele. Arrivata sotto forma di 400-500 droni in tre ondate – secondo l’intelligen­ce americana – e missili da crociera lanciati dalle 21:45 ore italiana “in risposta ai numerosi crimini del malvagio regime sionista, tra cui l’attacco al consolato e l’uccisione di forze militari iraniane, l’iran ha attaccato Israele nelle prime ore di domenica”, confermano le Guardie rivoluzion­arie iraniane. “Questo fa parte della punizione iraniana del regime illegittim­o e criminale. I dettagli dell’attacco iraniano saranno pubblicati a breve”, rivendican­o i pasdaran in un comunicato nella notte. I droni ci impiegano ore a colpire: gli obiettivi, assicurano funzionari di Tel Aviv al New York Times sono le Alture del Golan e le basi aeree nel Negev, nel sud di Israele. Lì si dirigono anche i missili lanciati da Hezbollah. Altri partono da Iraq, Siria e Yemen.

LA RISPOSTA di Israele – pronto all’attacco da giorni – è immediata: Tel Aviv inizia a intercetta­re droni iraniani su Siria e Giordania fin da subito, grazie a un ombrello di difesa creato con gli Stati Uniti in cooperazio­ne con alleati regionali. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu parla al Paese mentre il suo aereo speciale si alza in volo: “Cittadini israeliani, negli ultimi anni, e ancor più nelle ultime settimane, Israele si sta preparando alla possibilit­à di un attacco diretto da parte dell’iran. I nostri sistemi di difesa sono schierati, siamo preparati per qualsiasi scenario, sia in difesa che in attacco. Lo Stato di Israele è forte, le Idf sono forti”. E minaccia Teheran di “rispondere allo stesso modo”. “Ci vorranno ore prima che i droni lanciati dall’iran entrino nel nostro spazio aereo”, tranquilli­zza subito il portavoce dell’idf. I leader militari si riservano una ulteriore valutazion­e per decidere come replicare all’attacco iraniano, mentre decine di caccia sorvolano i cieli di Israele per abbattere i droni iraniani.

Il Paese è in massima allerta: scuole chiuse fino a lunedì, vietati gli assembrame­nti, e bunker pubblici aperti in diverse città. Allarme in tutta la regione: la Siria allerta i sistemi di difesa aerea intorno a Damasco e alle basi militari, così come l’egitto che ha convocato una unità di crisi che monitora da vicino gli sviluppi. Libano e Giordania annunciano la chiusura temporanea dello spazio aereo a tutti gli aerei in arrivo, partenza e transito. D’altra parte Teheran minaccia: “Qualsiasi Paese che aprirà il proprio spazio aereo o territorio a Israele per attaccare l’iran riceverà una risposta decisiva”. Agli Usa intimano di Stare fuori dal conflitto.

Troppo tardi: si alzano in volo almeno quattro caccia americani, due francesi e jet inglesi diretti verso lo spazio aereo iracheno. Gli F18 Usa, secondo quanto fonti d’intelligen­ce della Nato, sarebbero decollati dalla portaerei Eisenhower, nella parte settentrio­nale del Mar Rosso e si sta dirigendo verso Suez. Riuniti in modalità permanente i gabinetti di guerra israeliano e statuniten­se. Per l’iran invece “la questione può dirsi conclusa” con “l’azione militare” contro Israele “sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa” e in “risposta all’aggression­e del regime sionista contro le nostre sedi diplomatic­he a Damasco”, scrive sui social la missione iraniana alle Nazioni Unite. “Tuttavia – avvisa – se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’iran sarà notevolmen­te più severa”.

Escalation Netanyahu: “Rispondere­mo”. Attacchi anche da Libano e Yemen L’ayatollah a Biden: “State fuori dal conflitto”

Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant aveva spiegato subito che l’idf dispone di “nuove capacità” per difendersi fornite dagli Stati Uniti e altri alleati, aggiungend­o di aver “raggiunto nuove capacità sulla terra, in cielo, in mare, nell’intelligen­ce, all’interno dello Stato di Israele insieme ai nostri partner, guidati dagli Stati Uniti”.

Proprio gli Usa avevano aggiunto altre navi da guerra, secondo il Wall Street Journal in vista dell’attacco. Mentre nuove tensioni sono nate ieri dal sequestro, da parte delle Guardie rivoluzion­arie, della nave portaconta­iner Msc Aires nello Stretto di Hormuz associata alla Zodiac Maritime e considerat­a “legata al regime sionista” .

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FOTO ANSA L’operazione Il premier israeliano Netanyahu Accanto i missili iraniani
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