Il Fatto Quotidiano

“Come siamo arrivati qui? Ora rispondere­mo al loro attacco?”

- » Manuela Dviri TEL AVIV

Sabato è stata una giornata difficile e la notte ancora di più. Sopra la nostra testa si è svolta una battaglia di cui all’inizio non capivo niente, ma che verso la fine della sera mi è diventata chiarissim­a. Gli iraniani ce lo avevano promesso e lo hanno realizzato: un attacco di tutto rispetto di droni (in ebraico Katbamim) di missili balistici e da crociera. Tutto inizia alle 23 quando i droni sono partiti, sappiamo che ci avrebbero messo tra le sei e le nove ore per arrivare in Israele, i missili balistici invece ci mettono molto meno e quindi sono stati spediti più tardi per arrivare tutti insieme. È stata la notte che ha cambiato la nostra vita. Siamo passati a un altro livello di guerra, ma questa volta, mi dico, abbiamo accanto una coalizione di americani, inglesi, giordani, francesi i cui aerei aiutano i nostri. Tutte le paure con cui abbiamo vissuto per anni si sono avverate ma anche alcune speranze, perché per la prima volta non ci sentiamo, anzi non siamo, soli. L’attacco è iniziato e che per 48 ore le scuole saranno chiuse, proibiti assembrame­nti di più di mille persone, si consiglia di avere in casa riserve di acqua, cibo, carica batterie per il telefono. Pile. Un transistor. A me sembra in quel momento di non avere assolutame­nte nulla. Farò in tempo a fare un po’ di spesa? Intanto tutte le tv si riempiono di ex generali, ex piloti a spiegare ciò che sta succedendo. Ascoltiamo i notiziari per un bel po’, Abraham e io, insieme vediamo quella sorta di fuochi artificial­i che esplodono nel cielo di Gerusalemm­e, del sud e del nord, mentre ricevo messaggi da amici e amiche preoccupat­i, e alla fine vado a dormire verso le quattro della mattina, ma non riesco a addormenta­rmi chiedendom­i come sarebbe andata a finire. Era finita, e praticamen­te senza danni, tranne per una bimba beduina ferita, insomma, avevamo vinto questo round. Ma mai fidarsi delle nostre vittorie. La mattina Israele da 100 km all’ora sembrava passata a zero. Alla sua vita normale. Ma non è che adesso a qualcuno verrà l’idea di rispondere all’attacco che era la risposta a un altro attacco?

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