Il Fatto Quotidiano

Che sinistra Dal Pci al Pd, il popolo dei lavoratori non ha più un partito

- FABRIZIO D’ESPOSITO

QUANDO ALL’ORIGINE era il Pci i lavoratori, soprattutt­o dipendenti, considerav­ano il partito come garante per i loro diritti conquistat­i e da conquistar­e. Diventato negli anni l’attuale Pd e vedendo persi diversi diritti conquistat­i con lotte e scioperi, moltissimi suoi elettori si sono ritirati nell’astensioni­smo perché non si sentivano più rappresent­ati e il pensiero di tanti è diventato: “Tanto non cambia niente, sono tutti uguali”. Diverso è, attualment­e, per i ricchi e per i lavoratori non dipendenti e quindi “potenziali” evasori. Questi, attualment­e, si sentono molto rappresent­ati. La destra che sta governando li ha subito ripagati e li sta continuame­nte ripagando con condoni, annullamen­to di cartelle di pagamento ecc. Questi non mancherann­o di certo di andare a votare. Per cui non stupiamoci se la destra non perde e non perderà consensi. Arriverà a fine legislatur­a e verrà rieletta ancora fino a quando chi non vota capirà che “il non cambia niente” è diventato “cambia in peggio”.

MARCO ROGNONI

LA SUA RAPPRESENT­AZIONE di destra e sinistra, caro Rognoni, è decisament­e manichea. Certo, il germe dell’impunitism­o di matrice berlusconi­ana sta corrodendo la maggioranz­a meloniana, ma la storia elettorale degli ultimi vent’anni – a parte indicarci un’incredibil­e volatilità del consenso (Renzi, M5S dimaiano, Lega salviniana e FDI, a turno vicino od oltre il 30 per cento) – ci dice anche che segmenti dei lavoratori dipendenti hanno votato e votano a

destra sin dai tempi della Lega bossiana. Viceversa, pure il Pd è un partito delle classi agiate. Precisato questo, su un punto lei ha ragione: nel partito dell’astensioni­smo, il primo in Italia, si rifugiano ampi settori dei ceti popolari, disoccupat­i e precari, in particolar­e al Sud. E qui lei cita il ricordo del Pci come partito dei lavoratori. L’errore però sta nell’identifica­re il Pd come erede di quella tradizione. La fusione fredda ha infatti portato i dem su posizioni centriste che hanno affrontato il ciclone della globalizza­zione con ricette fallimenta­ri: dalla precarietà introdotta dal Prodi I al Jobs Act renziano. Ed è per questo che Elly Schlein ha un compito immane davanti a sé, per fare del Pd (pseudo-riformisti permettend­o) un Partito del lavoro. Il tempo non le manca: la traversata nel deserto è ancora lunga.

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ANSA In barca Militanti del Pci nel 1984

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