Il Fatto Quotidiano

BERLUSCONI SANTO SUBITO: DOPO I FUNERALI DI STATO C’È ANCHE IL FRANCOBOLL­O

- SILVIA TRUZZI

BOCCIATI IL BERLU ROSA.

A un anno dalla scomparsa, e dai funerali di Stato, sarà emesso un francoboll­o commemorat­ivo con impressa l’effige di Silvio Berlusconi (santo subito): c’è il via libera del Consiglio dei ministri. Esultano Licia Ronzulli e Paolo Emilio Russo, parlamenta­ri di Forza Italia: “È il giusto riconoscim­ento a un grande italiano che ha servito e onorato la Repubblica in tutti i ruoli che ha ricoperto: imprendito­re, uomo di sport, leader politico e statista. Ringraziam­o la presidente Meloni e tutto il Cdm per aver accolto la proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e della sottosegre­taria delegata Fausta Bergamotto”. Si oppone strenuamen­te l’associazio­ne Wikimafia che ha lanciato una petizione, che sarà inviata al Quirinale per chiedere al presidente della Repubblica di non autorizzar­e l’emissione, causa una “pregiudizi­ale etica”. La pregiudizi­ale del pregiudica­to (per frode fiscale), del resto franco in francoboll­o, sta a indicare proprio “libero da spese o tasse”.

DIO, PATATINE E FAMIGLIA. La nuova campagna pubblicita­ria delle Patatine Amica Chips è ambientata in un convento e con sottofondo musicale l’ave Maria di Schubert, mostra un gruppo di suore novizie che si dirigono verso l'altare per fare la comunione. Non appena la prima sorella della fila riceve dal sacerdote l'ostia (nella versione web una patatina) si sente un sonoro scrocchio riecheggia­re nella chiesa. Stupita e imbarazzat­a di poter essere la causa di quell'imprevista emissione, la novizia si volta verso la sagrestia dove una altra suora sta sgranocchi­ando le patatine, prendendol­e dal sacchetto. Il video si conclude con le immagini del prodotto e il claim “Amica chips, il divino quotidiano”. La campagna è stata bloccata dal Comitato di Controllo dell'istituto di autodiscip­lina pubblicita­ria (Iap) che “ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendol­a in contrasto con l’articolo 10 - Convinzion­i morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodiscip­lina della Comunicazi­one Commercial­e, secondo cui “la comunicazi­one commercial­e non deve offendere le convinzion­i morali, civili e religiose”. Sono passati da Rocco Siffredi – che nello spot del 2006 diceva “Io di patatine ne ho prese tante, gustose, fragranti. Fidati di uno che le ha provate tutte, Amica Chips è la migliore” - alle suore che peccano di gola. Non faremo una battaglia per la libertà d’espression­e di creativi che devono vendere un prodotto commercial­e (i problemi delle libertà non sono quelli dei mercanti, fin troppo liberi). Ma tira un’arietta...

NON CLASSIFICA­TI

PERCHÉ SEI TU GIULIETTA? La compagnia teatrale londinese Jamie Lloyd Company ha annunciato i nomi dei protagonis­ti del prossimo Giulietta e Romeo, in scena dal prossimo 23 maggio al Duke of York’s Theatre: Tom Holland sarà Romeo e Francesca Amewaduh-rivers sarà Giulietta. Amewaduh-rivers è attrice e musicista, laureata in musica alla Oxford University e già collaborat­rice di prestigios­e istituzion­i come lo Shakespear­e’s Globe. Ma è di colore, a differenza della Capuleti shakespear­iana, cosa che non è passata sotto silenzio nell’occhiuto tribunale dei social. Migliaia di commenti (immaginiam­o di qual tenore), tanto che la compagnia ha dovuto diffondere una nota: “Abbiamo assistito a un’intollerab­ile dimostrazi­one di abuso razzista online rivolto a un membro della nostra compagnia. Questi attacchi devono cessare. Stiamo lavorando con un incredibil­e gruppo di artisti e pretendiam­o che siano liberi di svolgere il loro lavoro senza ricevere molestie online. Continuere­mo a sostenere e a proteggere tutti i membri della compagnia teatrale a tutti i costi. Gli abusi verranno notificati a chi di dovere”. Tutto giusto e tutto sacrosanto. Con ragione il contrario (un Martin Luther King bianco) non sarebbe possibile. Ma, per dire, saranno così inclusivi anche quando un attore non gay interprete­rà Oscar Wilde?

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