Il razzismo nascosto È dietro i “malgrado”, gli “anche se loro” oppure “al di là del fatto”

La parola razzismo fa venire la nausea, è inaccettabile. Il razzismo è frutto dell’ignoranza, è l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini. Io non sono razzista. I miei amici sono tutti italiani, o meglio, siamo tutti italiani, ma ci sono due ragazzi che non sono proprio bianchissimi… cioè no! Diciamo che fisicamente non sono esattamente uguali a noi... sono due un po’ diversi, cioè diversi no, solo il colore della pelle è diverso, ma per il resto sono uguali a noi italiani. Identici. Sono italianissimi malgrado... ecco ho detto “malgrado”. Ma “malgrado” che?

Questo “malgrado” mi spunta dentro all’improvviso, a tradimento, ma io non l’ho mai pensato! Figuriamoci se io penso “malgrado”: per me siamo tutti uguali. Nati in Italia e quindi tutti ugualmente italiani, anche se loro... noo, “anche se loro”? Ma che dico? Sono nati in Italia, si chiamano Roberto e Carla, parlano come noi, pensano come noi, e amano le stesse cose che amiamo noi. Che importa se i loro genitori vengono dal Senegal o dal Sudan. Chi ha detto “che importa”? Io. “Che importa” vuol dire che non importa, ma il solo fatto di pensarlo significa che potrebbe anche importare, cioè che il colore della loro pelle conti qualcosa. Certo non per me, io non sono come quella gentaccia ignorante... io i razzisti non li voglio nemmeno nominare! Chi è nato in Italia è italianissimo, a tutti gli effetti, al di là del fatto... oh no, ho detto “al di là del fatto”! Oggi ho totalizzato: un “malgrado”, un “anche se loro”, un “che importa”, e adesso un “al di là del fatto”. C’è poco da fare, forse senza rendermene conto io sono un po’ razzista, una razzista che non sa di esserlo, una razzista inconscia, ma pur sempre razzista. Che posso fare per guarire da questo difetto? Mi meriterei di incontrare un altro razzista involontario che mi dicesse: “Sei tanto simpatica, nonostante...”