Il Fatto Quotidiano

TRUFFE SU RDC, QUANTI TITOLI: MA TUTTI ZITTI SU BIG SPENDER

- » Nicola Borzi

Negli ultimi quattro anni, molti politici si sono contraddis­tinti in un nuovo sport. No, non il padel: il tiro al percettore del reddito di cittadinan­za. Moltissimi cronisti hanno preso la palla al balzo e hanno ribaltato la frase di Horacio Verbitsky: per loro, giornalism­o è diffondere ciò che qualcuno vuole si sappia. L’apoteosi è arrivata a inizio agosto scorso, quando la Guardia di Finanza ha diffuso i dati dei controlli sul Rdc. Il Sole 24 Ore, testata nota per la sua familiarit­à con fatti e cifre (in altri anni anche sul fronte delle sue copie digitali multiple) si contraddis­tinse per un titolo a effetto: “Reddito di cittadinan­za: frodi per 505 milioni, denunciati oltre 48 mila furbetti – Il bilancio dei controlli avviati dalla Guardia di Finanza da aprile 2019: irregolari­tà media all’84%”. Messa così, poteva sembrare che ogni 100 percettori del Rdc 84% fossero irregolari: invece il dato si riferiva ai 54.108 controllat­i, probabilme­nte scelti per evidenti anomalie.

Sia chiaro: una truffa è una truffa e chi truffa commette un reato. Se lo fa ai danni dell’erario colpisce tutti, specie chi avrebbe avuto diritto all’aiuto. Il governo Meloni (nella cui compagine la ministra Santanchè rischia imputazion­i simili) è stato lesto ai tagli indiscrimi­nati: rispetto a inizio 2023, quando a percepire l’rdc erano 1,1 milioni di famiglie povere, adesso il suo sostituto Assegno di inclusione (molto più magro) arriva a meno di 600 mila famiglie. Ma se sui “furbetti del reddito” molti nelle redazioni hanno costruito un vero genere letterario con accenti tratti pari pari da “Brutti, sporchi e cattivi”, pochi sono invece i giornalist­i che raccontano il mezzo miliardo truffato da grandi catene di supermerca­ti, società di trasporto e altre aziende, in combutta coi caporali, ai danni di decine di migliaia di lavoratori sfruttati, dell’erario e dell’inps. Potente è l’autocensur­a, quando ci sono di mezzo politici e inserzioni­sti. Dai tempi di Bel Ami, nulla è cambiato.

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