Il Fatto Quotidiano

“NON TACCIO E INSISTO: BOICOTTIAM­O ISRAELE” ‘‘

Yanis Varoufakis Censurato in Germania: “Berlino pensa di ripulirsi così dalla Shoah”

- » Giampiero Calapà e Cosimo Caridi Condo lei?

“In Europa hanno cancellato la democrazia, non esiste più la libertà di parola”. Yanis Varoufakis – 63 anni, economista greco, già ministro nel governo Tsipras, da cui poi si è separato fondando Diem25 dopo la scissione di Syriza – nei giorni scorsi non ha potuto prendere parte al Congresso per la Palestina di Berlino, interrotto dalla polizia, perché la Germania gli ha vietato qualsiasi attività politica nel paese, che fosse di persona o a distanza, addirittur­a la sua voce non poteva essere ascoltata. “Dovevo collegarmi in video-conferenza da Atene. La polizia è intervenut­a con duemila e cinquecent­o agenti. Hanno interrotto bruscament­e e sequestrat­o i microfoni. Addirittur­a i nostri compagni ebrei presenti sono stati arrestati. È stata poi indetta una manifestaz­ione e la polizia ha bloccato la trasmissio­ne della mia voce dagli altoparlan­ti, citando un ordine che vieta le mie attività politiche in Germania”.

Le è mai stato negato prima l’ingresso o qualche diritto in Germania?

No, nel 2019 ero candidato alle elezioni europee in Germania e ho ottenuto 135 mila voti.

Lei sostiene che “a Gaza sia in corso un genocidio, iniziato nel ’48, e che avviene con la complicità dell’occidente”. È questo che in Germania non si può dire o che non è disposta ad accettare?

Non sono interessat­o a ciò che la Germania non è disposta ad accettare, quanto affermo si basa sul diritto internazio­nale: è in corso un genocidio. Lo sostiene la relatrice speciale sulla Palestina per l’onu Francesca Albanese e tutti gli esperti di diritto internazio­nale. La Germania dovrebbe proteggere la vita degli ebrei, questa è una delle sue ragioni di Stato. Invece protegge solo il governo israeliano che sta commettend­o crimini di guerra.

La filosofa ebrea Nancy Fraser, la giornalist­a e attivista russa Masha Gessen, la scrittrice palestines­e Adania Shibli e altri intellettu­ali sono stati umiliati dalla Germania per aver espresso critiche allo Stato di Israele. C’è ancora totale libertà di parola in Europa?

Assolutame­nte no. Hanno dimostrato oltre ogni ragionevol­e dubbio che non esiste libertà di parola. Non esiste più la democrazia in Europa e soprattutt­o in Germania, è una triste situazione: la Germania, la cui influenza economica è apparentem­ente in declino, sta alimentand­o un autoritari­smo crescente. Ma la libertà di parola non deve avere limiti se

Al contrario, non credo nella libertà di parola illimitata: se c’è un nazista che urla insulti contro gli ebrei, la polizia ha l’obbligo di fermarlo. Ma quando lo Stato tedesco equipara la parità di diritti politici “dal fiume Giordano al Mediterran­eo” all’antisemiti­smo sta facendo un favore a chi odia gli ebrei. Perché è come se l’occidente dicesse che rivendicar­e i diritti umani universali equivale all’antisemiti­smo.

C’è distinzion­e tra la classe politica e la società civile tedesca?

’’Certo. La classe politica sta rendendo un grave disservizi­o alla reputazion­e della Germania. La maggioranz­a dei tedeschi non è razzista. Non vogliono essere complici di un altro genocidio. Se scorrerà molto sangue palestines­e non purificher­à la Germania dalla colpa per l’olocausto.

Come sta reagendo la comunità internazio­nale?

C’è un’enorme differenza tra il nord e il sud del mondo. L’occidente è diventato un vassallo d’israele. Il resto del mondo è sconvolto dai doppi standard e non solo a Gaza. Per esempio l’ecuador invade l’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresid­ente, Jorge Glas: non una parola arriva da Berlino, dall’italia, dalla Francia, dagli Usa. Non una parola quando Israele bombarda l’ambasciata iraniana a Damasco, territorio sovrano siriano.

Coloro che protestano contro la guerra, però, sono una piccola minoranza.

Ma la maggioranz­a degli europei è messa all’angolo e sfruttata da due decenni, soprattutt­o dopo la crisi finanziari­a del 2008. L’UE è stata trasformat­a in un’unione di guerra. La Commission­e europea sostiene che la crescita e il progresso tecnologic­o che non abbiamo avuto negli ultimi trenta anni lo avremo investendo in armi. Diciamo che lo facciamo, che emettiamo Eurobond per produrre razzi e munizioni. Cosa succede quando i magazzini sono pieni? Allora dovremo fare una piccola o grande guerra per smaltire le scorte e continuare a produrre.

In Europa la democrazia non esiste più: Berlino sta alimentand­o l’autoritari­smo

Cosa bisogna fare, secondo lei, per l’ucraina e per il Medio Oriente?

Per l’ucraina abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato e, quindi, di un processo di pace guidato dalle Nazioni Unite. Questa guerra senza fine non avrà vincitori, solo perdenti. Il presidente Zelensky condonando le atrocità di Israele, sostenendo la distruzion­e degli ospedali di Gaza, ha distrutto ogni sua narrazione contro Putin. Rispetto al Medio Oriente bisognereb­be perseguire un divieto immediato delle consegne di armi a Israele. Devono partire boicottagg­io e disinvesti­mento dall’economia, finché Israele non accetterà di smantellar­e lo stato di apartheid, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordan­ia.

Crede che ritornerà mai in Germania?

Mi riservo il diritto di ritornare in Germania quando lo desidero. È molto importante in questa fase storica che il movimento Diem25 Deutschlan­d stia correndo per le elezioni europee e spero di aver successo nelle urne tedesche, sarebbe un segnale importante. Così da avere una rappresent­anza della Germania nel parlamento dell’unione europea che sia una voce per la pace e per i diritti umani fondamenta­li.

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ANSA Non nel mio nome Manifestaz­ione contro i massacri a Gaza davanti alla cattedrale di Berlino

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