Il trucco ai danni del Fondo statale
Acosa serviva il giochetto sulla mancata svalutazione dei crediti nei conti del gruppo Visibilia? A due scopi: “abbellire” i bilanci per rinegoziare i pesanti debiti con le banche e tranquillizzare i soci preoccupati. Ovviamente, con il rischio di incorrere nell’ipotesi di reato di falso in bilancio. Ipotesi che l’11 aprile nell’avviso di conclusione indagini i Pm di Milano imputano alla ministra Daniela Santanchè, all’amministratore Antonino Schemoz e al sindaco Mario Cerliani. A parlare di questa pratica ci sono atti e testimonianze precise, come quella dell’ex direttore finanziario Federico Celoria che seguiva Visibilia Editore e Visibilia Srl. Secondo Celoria il valore delle fatture da emettere a inizio 2014 era già di 2.29 milioni: “Mi ritrovo a giugno 2014, data della mia assunzione, già con una cospicua entità di crediti esistenti” la cui mancata svalutazione era dovuta alla “necessità di avere un risultato d’esercizio non in perdita”.
PERCHÉ?
Tra l’autunno 2014 e la primavera 2016 Visibilia Editore aveva tentato più volte di ottenere una rinegoziazione dei debiti, in scadenza a gennaio 2015, con la Popolare di Sondrio. Richieste respinte o accolte solo parzialmente, con concessioni di nuovi fidi per appena 30mila euro. Ma il 18 aprile 2016 la Sondrio aveva finalmente concesso un allungamento di 48 mesi del debito residuo di 969 mila euro. In sostanza, aveva concesso a Visibilia Editore una dilazione di 8 anni e mezzo, su 9 chiesti, con scadenza a fine luglio 2024 anzichè gennaio 2015. L’inversione di rotta era dovuta al fatto che la Sondrio non rischiava più nulla, perché il Mediocredito Centrale, banca pubblica, aveva accettato di fare da garante sul credito verso Visibilia Editore attraverso il suo Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Il 15 giugno 2016, il Comitato di gestione del Fondo Pmi aveva “confermato la garanzia per la maggiore durata di 142 mesi al 31 luglio 2024”. Lo attesta un documento di Mediocredito.
Il via libera era stato raggiunto dopo che i bilanci di Visibilia Srl erano stati ampiamente rinforzati sui crediti per fatture da emettere, come attestano numerosi atti e comunicazioni tra Celoria, Santanchè, il suo compagno Dimitri Kunz e l’ex compagno Canio Mazzaro e altri manager, tutti indagati per falso in bilancio. Sui crediti, in quei mesi del 2016 anche Alevi, società di Paola Ferrari De Benedetti, aveva chiesto più volte chiarimenti a Santanchè e Visibilia tramite un sindaco di sua nomina, Gianfranco Vitulo. Non avendo ottenuto risposte convincenti, Vitulo aveva presentato un’opinione dissenziente sui conti 2015 del gruppo. Pochi mesi dopo, Alevi decideva di uscire da Visibilia.