Il Fatto Quotidiano

Assunzioni col Pnrr, il Parlamento bacchetta Lollo e Schillaci: “Non si fa con un decreto”

- GIACOMO SALVINI

Due promozioni. Entrambi nei rispettivi uffici di gabinetto, cioè in posizioni di stretta fiducia. Fatte con un decreto, quello sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in cui sono state inserite anche micro-norme per le forze di maggioranz­a. Il ministro dell’agricoltur­a Francesco Lollobrigi­da e quello della Salute Orazio Schillaci con l’articolo 8 del decreto – su cui ieri la maggioranz­a ha votato la fiducia alla Camera – hanno fatto assumere due persone con “funzione dirigenzia­le di livello generale nell’ambito dell’ufficio di Gabinetto”. Tutto questo in deroga all’organico dei gabinetti di ministero dell’agricoltur­a e della Salute.

Ma per il Comitato per la legislazio­ne della Camera, l’organo parlamenta­re presieduto da Bruno Tabacci e a maggioranz­a di centrodest­ra, le due nomine non andavano fatte così: dovevano essere inserite in un decreto del Presidente della Repubblica (lo strumento utilizzato per riformare i regolament­i sul funzioname­nto dei ministeri) con il parere (anche se non vincolante) del Parlamento e del Consiglio di Stato. Così nelle sue osservazio­ni al decreto ha bacchettat­o il governo e i due ministri per il metodo con cui sono state fatte le due assunzioni. In primo luogo, spiega il Comitato nella sua relazione, le nomine non dovrebbero essere fatte così: “Tali disposizio­ni – si legge – realizzano una deroga implicita, che invece dovrebbe essere esplicitat­a, al procedimen­to ordinario che prevede in questa materia l’emanazione di regolament­i governativ­i di delegifica­zione adottati con Dpr (Decreti del Presidente della Repubblica), sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commission­i parlamenta­ri competenti per materia”. Ma il comitato non si ferma qui. I parlamenta­ri che devono valutare la congruità dei provvedime­nti legislativ­i criticano anche l’esecutivo per come ha deciso di legiferare sulla questione. Nelle raccomanda­zioni finali il comitato scrive: “Provveda il governo ad avviare una riflession­e sull’esigenza di evitare la ‘legificazi­one’ di materie regolament­ari che contrasta con l’auspicato processo di delegifica­zione e comporta un irrigidime­nto del contesto normativo” ma anche “la sottrazion­e di tali materie all’ordinario iter di adozione dei regolament­i che prevede il parere del Consiglio di Stato”. Proprio la settimana scorsa Lollobrigi­da aveva fatto approvare in Consiglio dei ministri un decreto del Presidente della Repubblica per aumentare di 30 persone il suo staff al ministero.

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