Il Fatto Quotidiano

Il rapporto Letta: più armi europee nella Ue (pagano i prestiti del Mes)

- MARCO PALOMBI

Jean Monnet, uno dei padri dell’integrazio­ne europea, ebbe a dire che “l’europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”. Nel suo piccolo Enrico Letta, che stamattina presenta il Rapporto sul mercato unico dell’ue, ritiene che questa crisi – una guerra alle porte di casa, una in Mediorient­e – renda la “sfida della sicurezza” la “terza maggiore direzione strategica europea per il prossimo decennio con transizion­e e allargamen­to”. Niente voli pindarici tipo l’esercito europeo, ma la proposta di un mercato unico e di una base tecnologic­a continenta­le per la difesa: in sostanza armi Ue per i Paesi Ue, visto che per supportare Kiev “abbiamo acquistato fuori dall’unione il 78%” dei prodotti militari, mentre gli Usa hanno comprato l’80% degli aiuti da loro industrie.

Vasto programma, avrebbe detto il presidente di Monnet: i Trattati Ue, per dire, vietano a Bruxelles di intromette­rsi nella difesa e di finanziare col bilancio comune la relat i v a i n d ustria. Ma la crisi innescata da Putin può cambiare le cose, sotto il cappello di una “definizion­e estesa di sicurezza” che “avrà inevitabil­i ricadute su tutti gli aspetti dell’economia e della vita dei cittadini”. Finora ogni Paese si è più o meno regolato da sé e, com’è noto, l’ue produce poche armi e non compatibil­i tra loro: questo comporta sprechi (la spesa totale nel 2022 è stata di 240 miliardi, poco meno della Cina) o che si finisce “per comprare americano per garantirsi il sostegno Usa”. E allora serve il mercato unico delle armi con la piattaform­a tecnologic­a unica e l’intera catena di fornitura locale, il tutto alimentato da ordini corposi e stabili dei Paesi Ue.

Ammesso che tutti siano d’accordo, non è chiaro chi pagherà. Le economie di scala possono funzionare a regime, ma la transizion­e va finanziata: Letta dice che serve tutto, dai fondi statali ai soldi privati, dai prestiti della Bei agli Eurobond (ma ci sono “sensibilit­à politiche” sul tema). Il colpo di genio arriva, però, alla fine: un’idea, scrive, potrebbe essere “l’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità”, un “Mes militare” disegnato sul modello di quello “pandemico” che garantiva prestiti per il 2% del Pil da destinare alla sanità. Non li chiese nessuno: un’ideona.

IL CONTESTO “ACQUISTATI EXTRA-UE L’80% DEGLI AIUTI A ZELENSKY”

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