Scontri a Torino FDI: “Squadristi da centri sociali”
“Attacco inaccettabile” Strategia per far scordare il caso Scurati
Una protesta al Politecnico di Torino, dove erano presenti quattro ministri del governo Meloni, ieri ha portato a nuovi scontri tra polizia e studenti: questi ultimi stavano manifestando per la Palestina in direzione del parco del Valentino, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine che hanno risposto con la forza. Alla fine, secondo i dati della Questura di Torino, 7 agenti sono rimasti contusi e 30 studenti identificati. Una protesta – come molte nelle ultime settimane, anzi con molti meno partecipanti di quella alla Sapienza di pochi giorni fa – che ha provocato la reazione della destra di governo: dalla premier Giorgia Meloni ai ministri passando per i parlamentari della maggioranza, ieri hanno tutti condannato le “violenze” degli studenti. Obiettivo: far dimenticare il caso Scurati.
DI CERTO
il corteo di ieri a Torino non è stato una sorpresa. Studenti e manifestanti avevano pubblicizzato l’intenzione di protestare per l’evento al Castello del Valentino e gli scontri erano quanto meno prevedibili. E infatti: tensioni lungo le strade della città, colluttazioni, fumogeni, uova, simboli di aziende e partiti bruciati da un lato ma anche tenuta anti-sommossa, scudi, manganelli dall’altro. Feriti gli studenti e anche i poliziotti, un centinaio di partecipanti da una parte e altrettanti (più mezzi a sbarrare le strade) dall’altra. “Fuori i sionisti dall’università” lo slogan più urlato. “Volevamo raggiungere Castello Valentino – spiega Francesco, uno dei manifestanti del collettivo Cambiare Rotta – ma ce l’hanno impedito nonostante sia una sede universitaria, la casa degli studenti. Abbiamo provato a mediare con la Digos, ma il dialogo è finito prestissimo”. Il resto è nei video circolati in queste ore: manganelli, cordoni, tentativi di aggirarli, cariche e difese. Striscioni tirati via: “Un modo per lasciarci completamente privi di protezione, ma anche per togliere di mezzo un elemento di comunicazione immediata”. Oggi è prevista una fiaccolata per il 25 Aprile e il 29 e 30 proprio nel capoluogo torinese si terrà il G7 dell’ambiente. I presidi, insomma, non mancheranno. Al corteo di ieri erano comunque presenti anche il collettivo Cua, il centro sociale Askatasuna, il gruppo Progetto Palestina e il coordinamento Torino per Gaza. “Ma prima di tutto siamo studenti – spiega Francesco – una delle ragazze ferite alla testa, ora in ospedale per i punti, è una rappresentante degli studenti del dipartimento di Fisica. Semplicemente chiediamo lo stop agli accordi tra gli atenei e l’industria bellica”.
IL CORTEO di ieri e i successivi scontri hanno dato la possibilità al governo di cavalcare la questione. L’obiettivo era quello di far dimenticare il caso della censura in Rai dello scrittore Antonio Scurati. La linea di Palazzo Chigi è chiara: condannare tutte le manifestazioni studentesche che portano a scontri della polizia perché provengono da coloro che denunciano limitazioni alla libertà di espressione. Così la prima a intervenire è stata proprio la premier Meloni che in un tweet ha parlato di “inaccettabile attacco dei centri sociali alle forze dell’ordine”. Il ministro Francesco Lollobrigida, capo delegazione di Fratelli d’italia al governo, ha addirittura definito gli studenti di Torino “squadracce organizzate che tentano di impedire di discutere nell’università”. A pesare è stata soprattutto la presenza dei ministri Lollobrigida, Bernini, Tajani e Pichetto Fratin all’evento. Anche il vicepremier di Forza Italia ha spiegato che è “inaccettabile sputare alle forze dell’ordine” e finanche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è espresso per condannare le violenze. E giù la batteria di dichiarazioni di parlamentari di maggioranza contro i manifestanti. Nei prossimi giorni Piantedosi e Bernini si ritroveranno nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: la ministra dell’università vorrebbe regole più stringenti – magari con un provvedimento ad hoc – per gli studenti, mentre il titolare dell’interno per il momento resta più cauto.