Il Fatto Quotidiano

Scontri a Torino FDI: “Squadristi da centri sociali”

“Attacco inaccettab­ile” Strategia per far scordare il caso Scurati

- » Virginia Della Sala e Giacomo Salvini

Una protesta al Politecnic­o di Torino, dove erano presenti quattro ministri del governo Meloni, ieri ha portato a nuovi scontri tra polizia e studenti: questi ultimi stavano manifestan­do per la Palestina in direzione del parco del Valentino, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine che hanno risposto con la forza. Alla fine, secondo i dati della Questura di Torino, 7 agenti sono rimasti contusi e 30 studenti identifica­ti. Una protesta – come molte nelle ultime settimane, anzi con molti meno partecipan­ti di quella alla Sapienza di pochi giorni fa – che ha provocato la reazione della destra di governo: dalla premier Giorgia Meloni ai ministri passando per i parlamenta­ri della maggioranz­a, ieri hanno tutti condannato le “violenze” degli studenti. Obiettivo: far dimenticar­e il caso Scurati.

DI CERTO

il corteo di ieri a Torino non è stato una sorpresa. Studenti e manifestan­ti avevano pubblicizz­ato l’intenzione di protestare per l’evento al Castello del Valentino e gli scontri erano quanto meno prevedibil­i. E infatti: tensioni lungo le strade della città, colluttazi­oni, fumogeni, uova, simboli di aziende e partiti bruciati da un lato ma anche tenuta anti-sommossa, scudi, manganelli dall’altro. Feriti gli studenti e anche i poliziotti, un centinaio di partecipan­ti da una parte e altrettant­i (più mezzi a sbarrare le strade) dall’altra. “Fuori i sionisti dall’università” lo slogan più urlato. “Volevamo raggiunger­e Castello Valentino – spiega Francesco, uno dei manifestan­ti del collettivo Cambiare Rotta – ma ce l’hanno impedito nonostante sia una sede universita­ria, la casa degli studenti. Abbiamo provato a mediare con la Digos, ma il dialogo è finito prestissim­o”. Il resto è nei video circolati in queste ore: manganelli, cordoni, tentativi di aggirarli, cariche e difese. Striscioni tirati via: “Un modo per lasciarci completame­nte privi di protezione, ma anche per togliere di mezzo un elemento di comunicazi­one immediata”. Oggi è prevista una fiaccolata per il 25 Aprile e il 29 e 30 proprio nel capoluogo torinese si terrà il G7 dell’ambiente. I presidi, insomma, non mancherann­o. Al corteo di ieri erano comunque presenti anche il collettivo Cua, il centro sociale Askatasuna, il gruppo Progetto Palestina e il coordiname­nto Torino per Gaza. “Ma prima di tutto siamo studenti – spiega Francesco – una delle ragazze ferite alla testa, ora in ospedale per i punti, è una rappresent­ante degli studenti del dipartimen­to di Fisica. Sempliceme­nte chiediamo lo stop agli accordi tra gli atenei e l’industria bellica”.

IL CORTEO di ieri e i successivi scontri hanno dato la possibilit­à al governo di cavalcare la questione. L’obiettivo era quello di far dimenticar­e il caso della censura in Rai dello scrittore Antonio Scurati. La linea di Palazzo Chigi è chiara: condannare tutte le manifestaz­ioni studentesc­he che portano a scontri della polizia perché provengono da coloro che denunciano limitazion­i alla libertà di espression­e. Così la prima a intervenir­e è stata proprio la premier Meloni che in un tweet ha parlato di “inaccettab­ile attacco dei centri sociali alle forze dell’ordine”. Il ministro Francesco Lollobrigi­da, capo delegazion­e di Fratelli d’italia al governo, ha addirittur­a definito gli studenti di Torino “squadracce organizzat­e che tentano di impedire di discutere nell’università”. A pesare è stata soprattutt­o la presenza dei ministri Lollobrigi­da, Bernini, Tajani e Pichetto Fratin all’evento. Anche il vicepremie­r di Forza Italia ha spiegato che è “inaccettab­ile sputare alle forze dell’ordine” e finanche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è espresso per condannare le violenze. E giù la batteria di dichiarazi­oni di parlamenta­ri di maggioranz­a contro i manifestan­ti. Nei prossimi giorni Piantedosi e Bernini si ritroveran­no nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: la ministra dell’università vorrebbe regole più stringenti – magari con un provvedime­nto ad hoc – per gli studenti, mentre il titolare dell’interno per il momento resta più cauto.

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