Il Fatto Quotidiano

“Anche i razzi Atacms non risolveran­no nulla dei guai in prima linea”

- Gianandrea Gaiani » Michela A. G. Iaccarino

“In questo momento, della guerra sul campo tutto ciò che spara – blindati, artiglieri­a, cannoni – è vitale”, dice Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. “Il ritiro dei carri Abrams indebolisc­e ancora di più le truppe di Kiev in prima linea, che già subiscono devastazio­ni nelle retrovie”. Perché allora ritirarli in questa fase del conflitto?

Non dimentichi­amo che gli Usa sono non solo il più grande produttore, ma anche il maggior esportator­e di armi. Se un’arma si dimostra dominante durante un conflitto, ciò porta a contratti e vendite e prestigio all’industria bellica americana. C’è un danno, invece, se carri armati, la cui produzione è costata 10 milioni di dollari, vengono distrutti da un drone da poche migliaia di dollari. In tutte le guerre la forniture e l’impiego di armi è anche una questione di marketing. Gli americani stanno vendendo e proponendo i loro Abrams (sia quelli nuovi che quelli usati) a diversi Paesi europei, tra cui Romania e Polonia. Ma sul piano militare, oggi, questi carri armati così moderni servirebbe­ro a Kiev per resistere contro l’esercito di Mosca o contrattac­care. Ritirarli è un paradosso che mi spiego solo con un’esigenza commercial­e statuniten­se. Sì, gli Abrams come gli altri mezzi corazzati possono essere decimati dai droni mentre i russi, grazie a un’ampia capacità di disturbo elettronic­o, possono abbattere molti droni nemici. La distruzion­e degli Abrams ha avuto ampia pubblicità nei media russi, ma anche Mosca ha perso molti mezzi corazzati: così è la guerra.

Un lungo dibattito ha preceduto l’invio dei Leopard, anche quelli presentati come l’arma “risolutiva” della guerra.

I Leopard sono i diretti rivali degli Abrams sul mercato. Un buon numero di carri tedeschi, che Berlino ha inviato solo a patto che lo facessero anche gli americani l’anno scorso, sono andati distrutti durante la controffen­siva ucraina. Ciò che avviene oggi con gli Abrams è già accaduto con i 14 Challenger che avevano spedito i britannici, ma ora sono spariti dal campo di battaglia dopo la distruzion­e di due esemplari. Adesso l’arma che viene presentata come “risolutiva” sono i missili balistici Atacms, che gli americani hanno fornito agli ucraini con l’impegno di non usarli sul territorio della Federazion­e russa, ma solo nei territori ucraini occupati e Crimea. Hanno 300 chilometri di raggio d’azione, come i missili da crociera Storm Shadows e Scalp forniti da britannici e francesi: sono armamenti che consentono di colpire le retrovie, navi e basi militari russe, ma non apportano cambiament­i in prima linea, dove i russi avanzano e gli ucraini soffrono per inferiorit­à di uomini, armi e munizionam­ento.

Kiev ha più volte richiesto agli alleati, e all’italia, i Samp-t.

Hanno bisogno di sistemi anti-aerei a medio-lungo raggio, come i Patriot americani e il sistema italo-francese Samp-t. Ma il problema è molto semplice: se li diamo a loro, noi, per la nostra difesa nazionale non ne abbiamo più.

Parigi e Berlino hanno firmato un memorandum d’intesa per il Mgcs, quello che chiamano “il carro del futuro”. Forse parteciper­à al progetto anche Leonardo.

Tedeschi e francesi da anni ci lavorano con difficoltà. Non so se vedranno negli altri Stati europei soggetti produttivi e progettual­i o solo potenziali clienti. Ma in ogni caso ci vorranno diversi anni per svilupparl­i e vederli in servizio.

Un’altra problemati­ca va risolta: Mosca produce più armamenti di quanto Nato e Ue possano spedire a Kiev.

Per potenziare così tanto la nostra produzione ci vogliono anni e miliardi, è impossibil­e farlo in questo momento di recessione economica. Produrre armi vuol dire produrre acciaio: il mese scorso la Turchia, in questo, ha superato la Germania perché a differenza dell’europa continua a disporre di gas russo a bassissimo prezzo. Ciò che l’europa produce costa troppo in termini energetici. È una problemati­ca che non si supera, almeno non con una guerra a oltranza fino all’ultimo ucraino. Un negoziato è nell’interesse ucraino, russo, ma anche europeo.

‘‘ Drone da poche migliaia di dollari distrugge un tank da 10 milioni: è una vergogna per l’industria bellica

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy