Il Fatto Quotidiano

Confronti e patti chiari diretti a noi indecisi

- ANGELO FREGNI

Siamo arrivati finalmente al rush finale della campagna elettorale, la presentazi­one delle liste dei candidati sia per i consigli comunali che per le europee, mentre procedono in affanno e con scarso appeal le consultazi­oni regionali. Appare chiaro che la sofferenza della “politica politicant­e” continua e che nessuno degli interessat­i, segretari di partito, cacicchi e capibaston­e, è in condizione di rompere il patto di mutuo aiuto che lo vincola con gli altri comprimari, né ha voglia di rendere utili i propri voti ad un rinnovamen­to della politica facendosi da parte. Proliferan­o quindi le “liste civiche”. Più o meno difficili da decifrare nella loro sostanza politica, nella valutazion­e della presenza di certi loro componenti e in particolar­e per quanto riguarda i programmi che vengono proclamati quasi sempre in discontinu­ità rispetto a quelli proposti dai precedenti reggitori della cosa pubblica, anche quando vengano riconferma­te le stesse persone o quasi in lista. Evidenteme­nte un vezzo al quale nessuno si sottrae per rivendicar­si quale novità. Da convinto e continuo fruitore del dovere/diritto di voto e intenziona­to ad andare a votare anche nel prossimo mese di giugno, almeno per le elezioni comunali, come per le elezioni regionali in Emilia Romagna quando saranno indette, data la candidatur­a, inopinata per me, del presidente Bonaccini alle Europee, faccio una proposta che potrebbe interessar­e chi come me ha difficoltà a identifica­rsi nei programmi sin qui noti: chiediamo ai candidati sindaci un confronto pubblico sui rispettivi programmi a vantaggio di noi indecisi. Sarebbe anche un aiuto alla loro possibile elezione e finalmente, un coinvolgim­ento della potenziale area del non voto.

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