Piemonte, la destra fa incetta di consulenze: amministratori locali, ex eletti e fedelissimi
L’ultima seduta del Consiglio regionale del Piemonte è del 28 marzo scorso. Poi più nulla, visto che siamo in campagna elettorale per le Regionali del 9 giugno. Eppure, a lavori finiti, la destra fa incetta di collaborazioni e consulenze, siglando contratti last minute con amministratori locali, ex eletti e fedelissimi. A carico del Consiglio regionale, naturalmente. Il che produce effetti paradossali come quello della leghista Michela Rosetta, subentrata in Regione nell’ultima settimana di lavori d’aula (dopo le dimissioni di un collega): per l’uscita di scena da consigliera ha chiamato con sé il suo avvocato con un compenso di 18.600 euro lordi. Poi in casa Fratelli d’italia ha trovato un posto Paolo Urban, assessore a Borgosesia (Vercelli) appena chiamato a collaborare col gruppo consiliare con un contratto attivato l’8 marzo e in scadenza a fine aprile, salvo rinnovi. Altro arrivo, questa volta sponda Lega, è Daniele Baglione, vicesindaco di Gattinara, segretario provinciale della Lega a Vercelli e peraltro già nel cda di Asm, la partecipata del Comune che si occupa di energia. Il 15 aprile si è unito ai leghisti pure Nicola Perna, coordinatore della giovanile del Carroccio a Cuneo e a disposizione fino al 15 giugno. In area FI ecco invece Walter Caputo, arrivato a inizio anno con un contratto fino a fine aprile, ma poi blindato fino al termine della legislatura. Se di questi nomi non è noto il compenso, diverso è il caso di Piero Castellano, già capogruppo leghista ad Alessandria. La sua collaborazione è iniziata il 15 marzo e proseguirà fino al 30 giugno per 8 mila euro lordi totali. Arriviamo così a Rosetta, subentrata in Consiglio nonostante la melina della Lega, che non voleva farla entrare per via di un processo in cui è imputata con l’accusa di aver distribuito pacchi di aiuti Covid con criteri personali: prodotti base agli stranieri, mazzancolle e capesante a famiglie “amiche”. Rosetta ce l’ha fatta e, come tutti gli altri consiglieri, aveva a disposizione un budget per assumere staff e consulenti. A quanto risulta al Fatto, Rosetta ha utilizzato solo una parte di questa somma, comunque cospicua, e l’ha dirottata tutta su un suo fedelissimo, l’avvocato Alberto Villarboito. Contattato dal Fatto, il legale conferma di lavorare per Rosetta con proposte di legge e atti da trasmettere alla giunta (e pazienza se di fatto la legislatura aspetta solo il voto). “Prendo 18.600 euro lordi per quasi quattro mesi – spiega Villarboito – da fine marzo a metà luglio. Sono cifre normali per un avvocato, avrei anche potuto chiedere di più”.