Scurati, il treno annullato dopo il post di Bortone
Nel pasticciaccio brutto tra la Rai e Serena Bortone, l’ultimo atto è un documento diventato pubblico: la prenotazione del treno e dell’albergo (e la successiva cancellazione) per il soggiorno a Roma di Antonio Scurati, in occasione del suo intervento (saltato) nella trasmissione di Rai Tre Chesarà, dove avrebbe dovuto leggere l’ormai famoso monologo antifascista.
LA CARTA permette di ricostruire questo: la Rai prenota il treno andata/ritorno Milano-roma e l’albergo a 4 stelle River Chateau il 19 aprile alle ore 10:35 (un giorno prima della puntata), con il visto della capostruttura Ilaria Mecarelli. La stessa prenotazione (treno e albergo) viene cancellata la mattina successiva alle ore 13.04: è il giorno stesso in cui Scurati sarebbe dovuto andare in onda. Fino all’ultimo minuto o quasi, insomma, l’azienda non aveva ancora capito se l’intervento del Premio Strega alla puntata di Chesarà ci sarebbe stato o meno. La situazione è precipitata proprio quel sabato mattina, con lo sfogo di Bortone su Instagram, nel quale la conduttrice riferisce di avere “scoperto casualmente” che il “contratto con Scurati era stato annullato” e racconta di aver “passato tutta la sera a telefonare, e a mandare messaggi, email”, ma senza ottenere alcuna spiegazione”. Non si tratterebbe di “censura” in senso stretto, insomma, ma più probabilmente di una serie di errori clamorosi, sommati a una postura di servile reverenza dei responsabili di viale Mazzini nei confronti della destra di governo.
Proviamo a mettere di nuovo in fila i fatti: l’invito a Scurati risale all’inizio del mese, Bortone gli chiede di partecipare alla trasmissione del 20 aprile in vista della festa della Liberazione. È in questa fase che avviene la trattativa economica sul “gettone” dello scrittore: l’offerta iniziale della Rai è di mille euro, chi cura gli interessi di Scurati ne chiede 1800, si chiude più o meno a metà strada: il 15 aprile l’ufficio contratti della Rai dà il via libera a un compenso di 1500 euro.
IL PROBLEMA
non esplode per i soldi, quindi, come proverà a sostenere la Rai, ma ovviamente per i contenuti dell’intervento: il monologo di Scurati viene inviato da Bortone ai responsabili editoriali – il direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini e il suo vice suo vice Giovanni Alibrandi – il giorno prima della messa in onda. Siamo al 19 aprile, i pochi minuti di Scurati su Rai Tre per i dirigenti ora sono considerati una mina pronta ad esplodere. Il contratto da 1500 euro – a 24 ore dalla messa in onda – viene annullato per “motivi editoriali” (come si legge nella mail interna dell’azienda finita sulla stampa). Corsini dirà che erano troppi soldi e propone l’intervento a titolo gratuito. Quella mattina, come detto, Mecarelli fa prenotare il viaggio e l’albergo dello scrittore. Nel pomeriggio scrive una mail ad Alibrandi nella quale il nome di Scurati è confermato in scaletta con la dicitura “TG”, titolo gratuito. Poco più tardi arriva anche il comunicato stampa che annuncia gli ospiti: Scurati c’è. Manca un piccolo dettaglio: lo scrittore non è stato informato che i 1500 euro stabiliti cinque giorni prima erano stati cancellati da una decisione editoriale. Scoppia definitivamente la bolla: per tutta la sera Bortone prova a contattare i responsabili senza che nessuno le risponda. La mattina successiva la conduttrice esplode su Instagram: “Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”.
Una concatenazione quasi grottesca di scelte pavide, errori, mancate comunicazioni. Al punto che per assurdo, per la Rai, la mattina del 20 aprile Scurati aveva ancora un biglietto e un albergo per Roma: la prenotazione viene cancellata poco dopo le 13, quando il treno è già partito, senza lo scrittore. Più che la censura, potè il dilettantismo.
PRENOTAZIONI DISDETTE SOLTANTO IL SABATO