La “Primavera” è sempreverde, tra pesci piangenti e “Gramsci gay”
Tra necropoli, pesci fossili che piangono e Gramsci gay, ci sarà un “Prima” e un dopo. Ma anche un “Oltre”. La 24esima edizione della Primavera dei Teatri torna a Castrovillari dal 23 maggio al 2 giugno. A fare da sfondo alla cittadina calabrese saranno 55 eventi tra teatro, danza, musica, performance, residenze, workshop, presentazioni di libri, convegni e mostre, con cui verranno sperimentati i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. Con la direzione artistica di Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano, la Primavera punta a confermarsi un’enclave di drammaturgia unica nel panorama nazionale.
La novità della stagione 2024 è “Prima”, una piattaforma artistica che durerà fino al 28 maggio. “Qui sono confluite tutte le proposte internazionali – spiega al Fatto La Ruina – Sarà la sezione più performativa, anche con spettacoli di danza e work in progress”.
Chiara Bersani aprirà con Sottobosco. Ci saranno poi I pianti e i lamenti dei pesci fossili di Annamaria Ajmone, Cu*mmia*1 di Danila Gambettola, e molto altro. Atteso anche Necropolis di Arkadi Zaides, una riflessione drammaturgica che affonda nel presente. Con la proiezione su un grande schermo, verranno individuati i luoghi nel mondo dove sono avvenute le stragi dei migranti, per poi fare il percorso digitale fino al punto in cui il migrante è stato seppellito, con l’aiuto delle loro famiglie. Tra i titoli in cartellone dopo “Prima”, l’accademia Perduta allestirà Gramsci Gay, interpretato da Mauro Lamantia. Ad arricchire viene poi allestita la sezione “Oltre”, con laboratori, incontri, mostre, panel e installazioni. “Lo spirito della Primavera dei Teatri rimane quello di tenere un occhio sui giovani, che saranno i protagonisti del programma”. La kermesse è una scommessa difficile, soprattutto con il territorio: “Sembra un ossimoro fare un festival così grande in una Regione che si spopola ed è ultima per consumo culturale – riflette La Ruina –. Qualcuno infatti ci chiede: perché non vi vendete a qualche altra città? Ma io rispondo: non avrebbe senso”.