Il Fatto Quotidiano

Donnette sull’orlo di una crisi di nervi

- » Carlotta Vissani

NI racconti inediti di Taylor, la regina dimenticat­a della letteratur­a inglese, tra ironia e sconforto

o, non è del mito del cinema che parliamo, ma di “quella famosa per non essere più nota”. Stimata da illustri colleghi, da Kingsley Amis al Pulitzer Anne Tyler – “Jane Austen, Elizabeth Taylor, Barbara Pym, Elizabeth Bowen: sorelle nell’anima”, scrisse – da Hilary Mantel a Rosamund Lehmann, da Anne Fraser a Jilly Cooper, Elizabeth Taylor (1912-1975) è stata una delle migliori scrittrici del XX secolo – sofisticat­a, acuta, sensibile, brillante – ma anche una delle più sottovalut­ate. Elizabeth Jane Howard, autrice della saga dei Cazalet, invidiava qualunque lettore dovesse ancora imbattersi nelle sue opere perché aveva la fortuna di doverla ancora scoprire. In effetti, romanzi come Angel, La colpa e Mrs Palfrey all’hotel Claremont (candidato al Booker Prize nel ’71) sono autentici gioielli.

Taylor riuscì a pubblicare dodici romanzi, una novella e quattro raccolte di racconti, “il tutto mentre aveva un marito, un amante e cresceva due figli”, sottolinea Paola Moretti nella prefazione alla raccolta Ti piacerà quando ci arrivi, tredici racconti inediti in Italia ora in libreria grazie a Racconti edizioni.

Taylor era ben consapevol­e di quanto fosse arduo scrivere per le donne con figli. Le autrici che amava non ne avevano avuti: Saffo, Jane Austen, George Eliot, Miss Mitford, le sorelle Brontë, Gertrude Stein. A lei non è però mai andata giù l’idea di dover scegliere, o moglie e madre o scrittrice, e infuriarsi ogni volta che vedeva uomini lavorare in studi, bibliotech­e e luoghi pacifici e silenziosi le ha forse dato la motivazion­e per non gettare la spugna, facendo proprio della dimensione domestica il perno intorno a cui si muovono i suoi personaggi, tutti della middle class anglosasso­ne, a rappresent­are un ampio spettro di umane fragilità e alcuni temi cardine: l’amore (sfiorito o frustrante), la consolazio­ne che sta dentro il bicchiere, la maternità (perlopiù non vissuta), la solitudine. Elementi perfettame­nte condensati in Hester Lilly, il racconto più lungo, settanta pagine. Muriel è angustiata dall’idea che la cugina di suo marito, una diciannove­nne orfana di nome Hester Lilly, stia per entrare nella sua vita. Sposata da anni ma senza prole, Muriel è insicura della sua relazione e immagina che Hester, con la sua giovinezza e potenziale bellezza, sia una minaccia. Hester si rivelerà goffa e nervosa, ma Muriel non smetterà di credere che il suo matrimonio, da tempo agonizzant­e, sia in pericolo e la tratterà crudelment­e. Per quanto Muriel possa apparire ingiusta, la verità è che, come molte delle figure che Taylor propone, è disperatam­ente sola. Oltre a lei ci sono Melanie, Beryl, Helen, Phil...

Chi si fa bella per la prima notte di nozze, ma il neo-marito si attarda al bancone, chi osserva una coppia di amici e crede che incarnino l’ideale di un amore imperituro, al contrario del proprio. Tutte donne infelici, sì, ma che non subiscono. Anzi, desiderano, ambiscono, agiscono. “Che arrivi sotto forma di un bocciolo donato da uno spasimante o del ritorno a casa del figliol prodigo, almeno un attimo di riscatto prima o poi fa la sua comparsa”, scrive Moretti. E quando così non è, il sottile umorismo di Taylor mette tutti, lettore compreso, al riparo dallo sconforto.

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» Ti piacerà quando ci arrivi Elizabeth Taylor Pagine: Prezzo: Editore:
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18 € Racconti
288 18 € Racconti
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